La fabbrica è all'asta: i lavoratori della Mamoli protestano per evitare il trasferimento
Succede a Lacchiarella, hinterland Sud di Milano. I lavoratori chiedono l'intervento del Municipio e della Regione
Braccia incrociate e nessuna voglia di entrare in fabbrica, uno sciopero per cercare di evitare il trasferimento. È scattato all'alba di lunedì 18 ottobre il presidio davanti ai cancelli della Mamoli, rubinetteria di Lacchiarella che dà lavoro a oltre 50 dipendenti.
Lavoratori e sindacati hanno incontrato la sindaca della cittadina a Sud di Milano, Antonella Violi, per cercare una soluzione al problema del capannone. Già perché il trasferimento dell'azienda è tutto legato al sito di produzione: lo storico stabilimento di via Isonzo in cui vengono realizzati i rubinetti è finito all'asta e il Gruppo Paini (società che nel 2016 salvò il marchio e i lavoratori dal fallimento senza però comprare le mura della fabbrica) preferirebbe spostare la produzione in un capannone di sua proprietà a Castiglione delle Stiviere (Mantova).
L'amministrazione comunale, in una nota congiunta con la Fiom, ha detto che farà di tutto affinché il sito produttivo della Mamoli resti a Lacchiarella. Il tutto facendo anche "Ricorso ad incentivi statali, regionali o europei che, si confida, potranno essere messi a disposizione al fine di consentire una valutazione alternativa al trasferimento", si legge nella nota. Questa richiesta, inoltre, verrà portata anche al tavolo convocato in Regione per il prossimo 22 ottobre.