Perché nei supermercati Coop del milanese mancano diversi prodotti
Tutto è causato dal blocco del centro logistico di Pieve Emanuele, protesta iniziata lo scorso 4 maggio e guidata dal sindacato Sì Cobas
Da una parte diverse decine di camion parcheggiati, dall'altra circa un centinaio di facchini seduti davanti al cancello. Da 12 giorni non si scaricano merci né si lavora nel magazzino della Coop di via Aldo Moro a Pieve Emanuele, uno dei centri nevralgici del milanese per la distribuzione dei prodotti della cooperativa di supermercati. Un blocco organizzato dal sindacato Sì Cobas nei confronti di Clo, realtà che gestisce il magazzino. Uno sciopero che nei giorni scorsi ha causato anche qualche problema di ordine pubblico, dato che c'è stato più di qualche attimo di tensione tra forze dell'ordine e lavoratori.
Per la giornata di mercoledì 17 maggio è previsto un incontro in Prefettura a Milano per cercare di risolvere la situazione. Un incontro che potrebbe andare deserto. "L'azienda non ha intenzione di sedersi al tavolo e trattare perché non ci riconosce come sindacato", ha spiegato a MilanoToday Alessandro Zadra, sindacalista che sta seguendo la vicenda. "Queste persone stanno protestando per avere più soldi in busta - ha proseguito il rappresentante del Sì Cobas -. Sono facchini che si spaccano letteralmente la schiena per poco più di 1.110 euro al mese (netti, ndr) facendo 9-10 ore al giorno sei giorni su sette - ha puntualizzato Zadra -. Non solo, chiediamo inquadramenti più allineati alla realtà, c'è gente che dopo 15 anni di lavoro è ancora inquadrata al sesto livello".
Di posizioni nettamente diverse Clo, cooperativa che gestisce il magazzino. "Domani saremo all'incontro in prefettura perché quando le istituzioni chiamano è giusto rispondere - ha precisato a MilanoToday Davide De Bella, direttore delle risorse umane di Clo -. I nostri lavoratori, inoltre, guadagnano decisamente di più di 1.100 euro netti in busta, le retribuzioni sono di circa 1.500-1.600 euro al mese. Non riconosciamo il Sì Cobas come sindacato perché l'accordo di secondo livello in vigore è stato firmato con Cgil e Cisl, sindacati che erano maggiormente presenti all'interno dell'azienda al momento della stipula. Le richieste avanzate dai Sì Cobas sono irricevibili, se le attuassimo la nostra cooperativa non starebbe in piedi, ed è una realtà che ha 80 anni di storia".
Nel frattempo nei supermercati Coop del milanese iniziano a scarseggiare alcuni prodotti. Nei punti vendita in cui ciò avviene, l'azienda ha posizionato una serie di cartelli che recitano: "I prodotti di questo scaffale sono momentaneamente non disponibili per cause indipendenti dalla nostra volontà". Non solo, nelle scorse ore il sindacato Sì Cobas ha lanciato un volantino in cui chiede di boicottare la catena. "Chiediamo ai clienti o soci della Coop un gesto di solidarietà facendo la spesa altrove ed esprimere il proprio dissenso alla Coop stessa per come tratta i suoi lavoratori".
Coop, interpellata da MilanoToday, ha puntualizzato che in questa vicenda è parte lesa. "Auspichiamo che si trovi una soluzione ragionevole, ma i lavoratori in sciopero non sono nostri dipendenti - ha spiegato la catena di supermercati attraverso il suo portavoce -. Questa situazione sta danneggiando sia l'azienda che i consumatori". Nel frattempo la situazione è in stallo e il blocco dei cancelli prosegue. Inesorabilmente.