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Economia

Yamaha, sì alla cassa integrazione e al tavolo istituzionale

I quattro operai della Yamaha, da giorni sul tetto della fabbrica, sono scesi. La regione ha promesso cassa integrazione e un tavolo di trattative a Roma

Il 16 dicembre quattro operai della Yamaha di Lesmo, che da qualche tempo ha annunciato la chiusura dello stabilimento, sono saliti sul tetto della loro fabbrica per “intensificare la protesta che dura ormai da un mese e mezzo”.

Gli operai aveva annunciato di essere disposti a passare anche Natale e Capodanno in cima allo stabilimento. Insieme a loro, di fronte alla Yamaha un presidio permanente degli altri lavoratori.

Oggi la loro protesta si è conclusa e i quattro uomini sono scesi dal tetto, dopo aver avuto la garanzia della cassa integrazione e l’avvio di un tavolo di trattative a Roma con il ministro Sacconi.

“In particolare abbiamo parlato anche con i manager giapponesi dell'azienda, manifestando la nostra intenzione di investire il Governo nazionale della vicenda dei 66 operai a rischio licenziamento e facendo comprendere come il
ricorso alla cassa integrazione, evitando i licenziamenti, fosse una strada conveniente anche per l'azienda” ha detto l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Gianni Rossoni
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