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Economia

Negli aeroporti di Milano arriva la metà dei voli rispetto al 2019

Negli aeroporti lombardi arriva il 50% degli aerei in meno rispetto al 2019, la normalità dovrebbe tornare nel 2024

Non ci sono turisti. Sono vuote sia le strade del centro che quelle attorno agli uffici. E a Milano arriva la metà dei voli rispetto al 2019. "In questo primo mese dell'anno l'ondata Omicron colpisce e stiamo viaggiando intorno al 50% del traffico ante-Covid", ha detto Armando Brunini, ad di Sea, la società partecipata dal Comune di Milano che gestisce i due aeroporti, illustrando in commissione consiliare l'andamento dell'esercizio 2021 e le previsioni per il 2022.

"Nel 2020 - ha spiegato l'amministratore delegato della società - il traffico dei passeggeri si è ridotto a un quarto, con delle punte minime che si aggiravano intorno allo 0 nella prima stagione di lockdown. Il 2021 è stato un anno di parziale ripresa, ma molto parziale: abbiamo chiuso a -61%, con l'inverno scorso ancora molto basso, mediamente a -85%. Con l'estate c'è stato un bel rimbalzo, che si è mantenuto buono fino a dicembre. Nel secondo semestre viaggiavamo con il 60% di traffico rispetto alla situazione pre-pandemia".

"I primi segnali di scricchiolio sono arrivati intorno a fine dicembre", col dilagare della variante Omicron "Ovviamente c'è stato un peggioramento", ha evidenziato Brunini, osservando tuttavia che "questa ondata non ha provocato il crollo come quelle precedenti, ma viaggiamo comunque a metà del traffico per cui queste infrastrutture sono state costruite". Infrastrutture che - ha sottolineato l'ad di Sea - hanno "altissimi costi fissi, tendenzialmente rigidi, quindi l'impatto sui conti continua a essere forte". E anche "l'impatto del rincaro delle materie energetiche impatterà fortemente".

In questi due anni Sea ha "bruciato" circa 200 milioni di euro di cassa. Per il momento è difficile fare stime ma secondo una previsione di Sea il traffico aereo transitante negli aeroporto milanesi potrebbe tornare a livelli pre-pandemia solo nel 2024. Gli scenari sono volatili e "nessuno aveva previsto questa ondata a settembre/ottobre quando abbiamo fatto il budget e nessuno può sapere se sarà l'ultima e quanto durerà", ha puntualizzato Brunini.

"Ogni semestre pensiamo di vedere la luce in fondo al tunnel e poi il tunnel si allunga, ma io per quest'anno sono ottimista", ha detto Brunini, spiegando che la società, per fare i suoi piani, ha scelto di posizionarsi "su uno scenario tra il medio e l'ottimistico. Vogliamo guardare con fiducia al futuro e quindi valutiamo che lo scenario più probabile sia quello di un ritorno ai livelli 2019 intorno al 2024", contro "una media del settore a livello internazionale che lo prevede al 2025. Noi crediamo però che il nostro territorio e le nostre azioni possano anticipare di un anno".

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