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Economia

Reddito di cittadinanza, Maroni isolato anche da Salvini

Il governatore criticato dal segretario del suo partito, Matteo Salvini, e dal resto del centrodestra

Giornata storta per Roberto Maroni. Il governatore lombardo ha incassato l'appoggio del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle ma ha dovuto al contempo subire la bocciatura "interna" sia degli alleati di centrodestra sia del segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini.

Tutto è iniziato martedì mattina, quando Maroni ha annunciato di pensare ad introdurre il reddito minimo di cittadinanza, utilizzando parte del Fondo sociale europeo, al più presto. E si è complimentato col Movimento 5 Stelle, che ha già presentato una proposta sull'argomento. Ottenendo il plauso sia dei pentastellati sia del Pd e di Sel. 

Il problema è arrivato, però, dal centrodestra. Bocciatura sia da parte di Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia ("La Lombardia è avanti sulle politiche del lavoro. Si può fare a meno di politiche che sanno di assistenzialismo"), sia di Riccardo De Corato, consigliere regionale di Fratelli d'Italia ("Meglio aiutare le imprese e far ripartire il lavoro").

La bocciatura è arrivata anche dalla Lega Nord, il partito di Maroni, per bocca del segretario federale Matteo Salvini: "Allo Stato elemosiniere preferisco lo Stato che abbassa le tasse e offre lavoro", ha affermato Salvini interpellato sul tema, per poi comunque aggiungere di "non voler mettere il becco nelle questioni della regione Lombardia". Opinione personale, insomma. Che però "pesa" non poco.

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