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Economia Trezzano sul Naviglio

Rimaflow a rischio chiusura: ispezione dei vigili e indagine

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Pugno di ferro dei vigili urbani di Trezzano sul Naviglio contro la Rimaflow, la fabbrica occupata da sette anni. Quella che un tempo si chiamava Maflow, con 330 operai, attiva nella produzione di componenti per automobili, chiusa nel 2010 e "rinata" nello stesso luogo come cooperativa di lavoratori che hanno riconvertito gli spazi per far svolgere attività lavorative di vario tipo a circa 80 persone.

Il fatto è che si tratta di una "azienda occupata", nel senso che la cooperativa non avrebbe alcun titolo per essere ospitata lì dentro e men che meno per svolgerci attività di lavoro. Infatti il presidente della cooperativa, Massimo Lettieri, ha ricevuto un avviso di garanzia per "svolgimento di attività lavorative non autorizzate" dopo l'ispezione dei vigili trezzanesi. Che hanno certificato l'assenza di autorizzazioni e di certificazioni. 

Gli operai ribattono di avere da tempo presentato al Comune di Trezzano sul Naviglio (ora governato dal centrosinistra) i progetti e i piani di fattibilità per la bonifica del sito, ricordando che, senza il loro intervento, oggi sarebbe uno «scheletro industriale». E rammentano di avere speso 5 mila euro per la coibentazione del capannone e di avere presentato un progetto antincendio con l'approvazione degli stessi vigili urbani.

Non tutto sembra comunque perduto: dopo l'estate potrà essere avviata, forse, una trattativa fra la cooperativa da una parte e prefettura, Comune e proprietà dei muri (una banca) dall'altra. Così, magari, le botteghe artigiane, la biblioteca, il rimessaggio dei camper, il magazzino per la merce dei gruppi d'acquisto solidali, il riciclo di materiali e altro ancora potranno continuare a sopravvivere là dove una volta 330 operai producevano componenti d'auto. Prima della bancarotta fraudolenta e della successiva delocalizzazione in Polonia.

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