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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

A Milano è iniziata la stagione dei saldi

Le vendite promozionali sono iniziate nella giornata di giovedì e termineranno il 5 marzo prossimo

È il 5 gennaio e a Milano la data fa rima con saldi. All'ombra della Madonnina si sono formate lunghe file davanti a boutique e grandi magazzini del centro, code che con ogni probabilità si riproporranno anche durante il lungo weekend dell'Epifania.

Il periodo dei saldi - che secondo quanto stabilito dalla Regione dura 60 giorni, dunque fino a domenica 5 marzo - sarà un momento di affari per i commercianti. Federmoda (aderente a Confcommercio) stima per Milano un budget di spesa a famiglia di 338 euro ed una spesa pro capite di 154 euro. "Il giro d’affari complessivo prevede una crescita di oltre il 10% rispetto al 2022, assestandosi sui 403 milioni di euro - si legge in una nota dell'associazione -. La percentuale media di sconto praticata dal mondo retail per questi saldi invernali milanesi sarà del 30-40%. Da questi saldi invernali si attende un trend positivo per realizzare liquidità e mitigare i ripetuti aumenti di energia e gas che le imprese hanno dovuto sostenere faticosamente a più riprese, convivendo anche con il fenomeno oramai tanto diffuso degli sconti sul web e sulle piattaforme dei grandi marchi praticati con ampio anticipo".

Una marcia in più per le vendite potrebbe arrivare dai turisti. "La massiccia presenza dei turisti a Milano, soprattutto stranieri, (con eccezione degli orientali e russi), con numeri paragonabili agli anni pre-Covid costituisce un’iniezione di fiducia per l’intero comparto moda dopo gli anni bui della pandemia - ha detto Andrea Colzani, presidente di FederModa Milano -. Gli operatori attendono un’occasione di riscatto in un panorama commerciale in continua evoluzione, sempre più difficile da delineare e da interpretare', conclude Colzani".

Regole per i saldi in Lombardia

Ai fini di informazione e tutela dei consumatori, i commercianti hanno l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso. È invece facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso.

Il negoziante ha l’obbligo di fornire informazioni veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie (che, anche graficamente, non devono essere presentate in modo ingannevole per il consumatore) sia nelle indicazioni dei prezzi nei locali di vendita. Non può inoltre indicare prezzi ulteriori e diversi e deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto.

I prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale (se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli). Se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare.

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