rotate-mobile
Economia

Le fabbriche metalmeccaniche di Milano si sono fermate per un sciopero

Nella giornata di martedì i lavoratori hanno incrociato le braccia per chiedere più sicurezza sul lavoro dopo la morte di Rosario Frisina

Braccia incrociate e macchinari fermi quasi ovunque. Ha registrato alte percentuali di adesione lo sciopero di martedì 3 maggio proclamato nelle aziende metalmeccaniche di Milano per la morte di Rosario Frisina, l'operaio di 58 anni scomparso venerdì 29 aprile mentre lavorava su un tornio nel capannone della Elettromeccanica Bonato di Gorgonzola.

L'agitazione, proclamata da Fim, Fiom e Uilm di Milano, ha toccato percentuali pari al 100% in alcune realtà del milanese. Alla Kone Industrial di Pero il 95% dei lavoratori si è fermato, l'85% alla De Lucchi di Trezzano Rosa, alla Lobo di Cornaredo, alla Baruffaldi di Tribiano. Hanno scioperato tutti alla Cemp di Senago e quasi tutti alla Elettromeccanica Bonato di Gorgonzola, teatro del mortale incidente di venerdì scorso. 80% di lavoratori in sciopero alla Lear di Pozzo d’Adda e alla Hyster Yale di Masate (produzione); 75% alla Bcs divisione Mosa di Cusago (produzione) alla Ing.Mattei di Vimodrone (tutti i lavoratori del reparto produttivo); 70% alla Emerson Sirai di Bussero, alla Negri Bossi di Cologno, alla Rps di Cormano (produzione), all’Eurotranciatura di Baranzate (ottima adesione anche alla Eurotranciatura divisione Alcast di Melzo); 60% alla Cifa di Senago, alla Univer di Milano (produzione), alla Cofermetal di San Donato, alla Gkn di Cernusco, alla Dynacast di Rho. Più della metà dei lavoratori dei reparti produttivi ha partecipato allo sciopero alla Siae Microlettronica di Cologno, buona adesione nell’azienda del Gruppo Aturia e alla Parker di Gessate oltre che alla Ilme di Novate.

"Il fatto che uno sciopero proclamato 'a caldo', ossia a poche ore dalla morte di Rosario Frisina, abbia ottenuto una risposta tanto forte, soprattutto nelle fabbriche e nei reparti produttivi (dove si registra il maggior numero di incidenti) è il segno che la questione della salute e della sicurezza è considerata centrale dalle lavoratrici e dai lavoratori - ha commentato Roberta Turi, segretaria generale della Fiom di Milano -. Ed è sconcertante lo scarto tra il sentire dei lavoratori, la colpevole 'disattenzione' da parte di troppe imprese, l’assenza di una cultura della salute e della sicurezza. Anche alla luce dei dati allarmanti che si registrano nei primi mesi di quest’anno continueremo a batterci perché sul lavoro non si debba più morire".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le fabbriche metalmeccaniche di Milano si sono fermate per un sciopero

MilanoToday è in caricamento