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Fatture false e truffe, 26 indagati: sequestrata villa San Carlo Borromeo

Notifica di avviso di conclusione di indagini per 26 persone per fatture false e truffa ai danni dello Stato. Coinvolto lo psicanalista Verdiglione. Sequestrata una villa storica del Milanese

La Guardia di finanza di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 26 persone tra cui lo psicanalista Armando Verdiglione, accusati a vario titolo di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, truffa in danno di istituto di credito per ottenere finanziamenti, truffa ai danni dello Stato e cioé del ministero per i Beni culturali e appropriazione indebita.

L'inchiesta che è stata coordinata dal pm milanese Bruna Albertini ha portato inoltre il gip Cristina Mannocci a disporre il sequestro preventivo di due ville storiche in provincia di Milano tra cui Villa San Carlo Borromeo di Senago (ospita una delle sedi dell'Università del Secondo Rinascimento), il cui valore complessivo è di circa 300 milioni di euro.

Nel corso delle indagini che sono iniziate circa due anni fa sono state scoperte fatture per operazioni inesistenti per circa 3 miliardi di euro mentre l'Iva evasa sarebbe stata, secondo gli accertamenti, di 300 milioni di euro. Armando Verdiglione negli anni '80 e' stato al centro di una serie di vicende giudiziarie relative all'attività sua, della sua fondazione e dei suoi collaboratori.

Le indagini della Guardia di Finanza, che hanno portato ad accertare un giro di fatture false per circa tre miliardi di euro, hanno riguardato un gruppo societario composto da associazioni culturali, fondazioni e onlus, riferibili allo stesso Verdiglione, che è indagato con altre 25 persone, tra cui la moglie e altri collaboratori. Le Fiamme Gialle, durante gli accertamenti hanno scoperto un rilevante giro di transazioni finanziarie supportate da operazioni economiche fittizie - tra cui consulenze aziendali, commerciali e di marketing, corsi di formazione e di vendita e acquisto di opere d'arte - finalizzato all'evasione fiscale e ad ottenere linee di credito indebite da parte delle banche. L'inchiesta ha portato alla luce anche fatture false per lavori edili riferibili alle dimore storiche del gruppo, e cioé anche alle due ville sequestrate (la S.Carlo Borromeo di Senago e Villa Rasini di Medolago) con lo scopo di beneficiare di sovvenzioni pubbliche, visto l'interesse architettonico di due degli edifici. Tra le accuse contestate agli indagati, anche l'associazione a delinquere finalizzata all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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