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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Turismo invernale, le Regioni chiedono ristori certi per un settore da 20 miliardi di euro annui

"Chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore"

“Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal Governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita (prevista nell’attuale DPCM il 18 gennaio) e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto turistico invernale della montagna, e chiediamo al governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite”.

A dichiararlo sono Massimo Sertori, assessore agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni di Regione Lombardia, Antonio Rossi, sottosegretario Lombardia, Daniel Alfreider, vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luigi Giovanni Bertschy, vicepresidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Sergio Bini, assessore al Turismo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Federico Caner, assessore al Turismo Regione Veneto, Roberto Failoni, assessore al Turismo Provincia Autonoma di Trento, Fabrizio Ricca, assessore allo Sport Regione Piemonte e Daniele D’Amario, assessore al Turismo Regione Abruzzo.

Il gruppo, che ha partecipato alla Commissione speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha riferito in un comunicato che all’ordine del giorno l’approfondimento in relazione al protocollo e alle linee guida di utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici, testo che sarà sottoposto alla valutazione da parte del Comitato tecnico scientifico del governo.

“Durante i lavori della Commissione sono emerse le richieste che saranno avanzate al Governo, in particolare una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate (come rifugi, alberghi, maestri di sci, servizi, ecc)”, continuano i rappresentanti delle Regioni, spiegando che “stabilita una data certa, sarà necessario dare continuità all’attività degli impianti di risalita nel rispetto delle limitazioni previste dalle linee guida del protocollo approvato dal CTS. La dinamica della diffusione del virus, e quindi la suddivisione delle zone a colori, determinerà, le relative limitazione in ordine alla mobilità delle persone piuttosto che al restringimento dei servizi”.

Tutto il turismo legato alla montagna, in condizioni normali, sviluppa almeno 20 miliardi di euro durante una stagione invernale. “Si tratta di un comparto che oggi soffre alcuni miliardi di mancato fatturato e che rischia, a crisi epidemica finita, di non avere più la forza di rialzarsi” prosegue la nota della Regioni, sottolineando che “per questo è necessario mettere in campo misure immediate e proporzionate per le imprese e per i lavoratori stagionali”.

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