
Regista del cinema muto, gran dongiovanni impenitente al tramonto, dà spregiudicate lezioni di seduzione a un giovane allievo che s'innamora, ricambiato, di una coetanea che il maestro in contraddizione con sé stesso vorrebbe sposare. Largo ai giovani! In chiave autobiografica non priva di amarezza, è una dichiarazione d'amore al cinema muto delle origini e una divertita, ma anche commossa, ricostruzione della belle époque. L'intrigo sentimentale paragonato dall'autore, un po' abusivamente, a quello della Scuola delle mogli di Molière non è originale, ma serve da tramite per i resto. Tenero, divertente, qua e là caustico. E il 1 film che R. Clair girò in Francia dopo il suo soggiorno americano, e il migliore tra quelli fatti dopo la guerra. Nella parte di M. Chevalier doveva esserci Raimu che morì nel 1946 poco prima delle riprese.