Convegno sulla città metropolitana: a Milano il 15 aprile
Saluti:
Mario Artali Presidente Circolo de Amicis
Jacopo Perazzoli Vice Presidente Club Porto Franco
Relazioni introduttive:
Ettore Rotelli Professore emerito - Università di Bologna
Giampaolo Nuvolati Docente di Sociologia Urbana - Università Milano Bicocca
Ne discutono:
Matteo Bolocan Presidente Centro Studi Programmazione Intercomunale
dell'area Metropolitana
Eugenio Comincini Vice Sindaco Milano Città Metropolitana
Franco D'Alfonso Assessore al Commercio Comune di Milano
Michele Verna Direttore Generale Assolombarda
La Città Metropolitana milanese, per la stragrande maggioranza degli oltre 3 milioni di cittadini che risiedono sul territorio dei 134 Comuni che ne fanno parte, resta, al momento, ancora un UFO, un oggetto non identificato. Le tante aspettative evocate nei dibattiti tra addetti ai lavori durante la sua fase costituente, che hanno preceduto la nomina di secondo grado del Sindaco e del Consiglio Metropolitano, è dubbio che potranno trovare ampia soddisfazione stante i limiti in termine di poteri e di risorse. Da un lato, inoltre, c'è una resistenza oggettiva dei singoli Comuni a cedere parte della propria sovranità, anche riorganizzandosi, su alcune materie che dovrebbero invece favorire: il protagonismo della nuova Istituzione assieme a risparmi e maggior efficienza dei servizi messi in comune. Resistenza che trova giustificazione proprio nella legge costitutiva delle 10 Città metropolitane, la n. 56 del 7 aprile 2014, che prende il nome dall'allora Sottosegretario della Presidenza del Consiglio e oggi Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Tutto questo mentre in alcuni importanti Stati UE, come la Francia, e a livello dell'Unione Europea, è in corso il riconoscimento di una più forte autonomia e un maggior ruolo decisionale delle Città Metropolitane. Quella milanese, in particolare, per il ruolo strategico che ha nel Paese rispetto alle altre 9 Città metropolitane italiane, ha bisogno di maggiori autonomie, in primo luogo anche dal soffocante centralismo regionale. Forse è giunto il tempo di ridiscutere la sua legge costitutiva o di pensare ad una legge ad hoc.