Cultura, imprese e servizi legali: se ne parla il 2 luglio allo studio la scala in occasione della presentazione di “Con la cultura non si mangia (falso!)” di Paola Dubini
Promozione culturale e business vanno sempre più a braccetto.
Le imprese e le realtà professionali più evolute coltivano in misura crescente il rapporto con la cultura, che solo apparentemente appare estranea alle attività core, ma in realtà conferisce ad esse una cornice indispensabile.
L’impegno dei soggetti economici privati nell’attività culturale è una pratica ormai comune, in primis perché il pubblico fa i conti con una penuria di risorse alla quale le imprese possono porre rimedio assumendo un ruolo suppletivo.
Ci sono aziende che mettono in grande risalto le loro iniziative culturali e altre che hanno un approccio meno visibile ma non meno importante. Tra gli studi legali, La Scala sta dimostrando negli anni un’elevata sensibilità verso tutto ciò che è cultura, nelle sue varie e molteplici dimensioni, da quella letteraria a quella artistica.
E’ in questo scenario che un saggio dal titolo provocatorio come quello di Paola Dubini “Con la cultura non si mangia (Falso!)” (Laterza) può rappresentare il punto di partenza per un confronto su temi fondamentali come l’impatto positivo della cultura sulla società, sulla nostra economia e sulle attività di imprese e studi legali. Martedì 2 luglio, alle 18:30, presso l’Auditorium Piero Calamandrei di La Scala Società tra Avvocati (via Correggio 43), ne parleranno con l’autrice: il giornalista de Il Foglio Eugenio Cau, Giuseppe La Scala, senior partner di La Scala Società tra Avvocati, ed Enrico Silvestrin, attore, conduttore radiofonico e televisivo.
Paola Dubini, docente di Economia delle istituzioni culturali alla Bocconi di Milano e visiting professor alla Scuola di studi avanzati Imt di Lucca, dimostra la sua tesi con cifre, fatti e argomenti, a proposito di libri e di musei, di teatro e di cinema, di musica, arte e patrimonio storico. La cultura è parte della nostra vita come l’aria che respiriamo.
Giuseppe La Scala, senior partner di La Scala Società tra Avvocati, ha dichiarato: “Siamo convinti che agli avvocati serva un approccio umanista: anche quando ci occupiamo di diritto d’impresa, cerchiamo di non dimenticare che le nostre radici affondano nella cultura classica. E’ per questo che abbiamo fondato, nel 2013, la Toogood Society: per avviare un progetto di formazione culturale, attenta non solo alla tecnica professionale ma, più in generale, alla crescita dell’avvocato come moderno intellettuale. Ciò nella convinzione che solo un avvocato e, in generale, qualsiasi lavoratore più stimolato culturalmente possa essere, non solo umanamente migliore, ma anche un professionista o un collaboratore più bravo”.
“La cultura – scrive Paola Dubini nel suo libro – può operare processi di trasformazione sistematica quando da esercizio estetico diventa pratica, esercizio di benessere personale e collettivo, come camminare, lavarsi e salutarsi per strada: pratica etica e politica per tutti, secondo gusto, sensibilità, curiosità intellettuale e capacità di ascolto. Non è un investimento di per sé costoso, purché sia sostenuto con continuità”. Inoltre, “un altro aspetto da considerare quando si esaminano le ricadute dell’investimento in cultura: aiuta a risparmiare su altro. Non solo le statistiche europee ci dicono che esiste una prevedibile correlazione fra investimenti in cultura, scolarità e riduzione degli abbandoni scolastici, ma gli investimenti in cultura sono correlati alla salute, all’abbassamento dei livelli di criminalità, all’aumento della qualità percepita della vita”.