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Cultura Porta Ticinese / Piazza Sant'Eustorgio

Luca, mestiere cantastorie: "Così incanto i milanesi". L'intervista

MilanoToday incontra Luca Chieregato, attore, regista e cantastorie. Tutti i giovedì sera racconta storie inventate da lui ai passanti, trasformando così piazza Sant'Eustorgio in un angolo di poesia e di leggerezza

Lo dice lui stesso: "Il feedback più frequente è la meraviglia". E per un artista di strada non potrebbe esserci complimento più bello. Lui è Luca Chieregato, 39 anni, milanese, professione cantastorie. Un "mestiere" insolito, fantasioso, semplice e complessissimo allo stesso tempo. Incanta i milanesi, per chi ha la fortuna il giovedì di passare mentre racconta. MilanoToday l'ha intervistato. E scoperto tutto il bello di chi muove la fantasia.

Video: come Luca racconta le storie

Come e perchè è nata l'idea di fare il cantastorie in piazza Sant'Eustorgio?
"Ho iniziato a fare il cantastorie in strada 4 anni fa. Mi piace tantissimo farlo perché è un mestiere che coniuga felicemente due cose che amo molto: scrivere e andare in scena. Infatti tutte le storie che racconto sono mie! Mi è capitato finora di raccontare in molte piazze d'Italia e anche nella Svizzera Italiana. A Milano Sant'Eustorgio è perfetta per me: riesco a parcheggiare vicino e ha uno spazio largo, ma non troppo dispersivo. E' una piazza poco usata dagli artisti di strada, forse perché il passaggio è ridotto, ma per me è l'ideale perché ho bisogno di un'atmosfera intima e non troppo isolata".

Quali feedback ricevi dai passanti?
"E' una bella domanda. La maggior parte delle persone mi ignorano, oppure mi guardano di sfuggita e scappano via. La curiosità che percepisco è molta, ma la presenza delle sedie su cui bisogna sedersi spaventa. Nonostante questo, io non mollo. E' troppo importante, mentre racconto, stabilire una relazione con l'ascoltatore, non posso raccontare al vento. A volte si creano capannelli di venti o trenta persone non di più. Non sono amplificato, per cui bisogna mettersi vicini a me per sentire bene. Il feedback più frequente è la meraviglia. Sia di trovare una cosa del genere all'improvviso e in una città veloce come Milano, sia per l'impatto emotivo che provoca l'ascolto di una storia per strada. Alcuni si commuovono, mi chiedono un abbraccio. Io sto con quel che c'è. Mi sembra il mestiere più bello del mondo. All'inizio soffrivo davanti a tanta indifferenza (perché c'è, e molta, non lo nego), ma poi ho capito che anche io, forse in un giorno come tanti, non mi fermerei. Quando aspetto, mi guardo intorno, leggo, fumo, penso. Per una personalità un po' inquieta come la mia, è un ottimo esercizio".

Dal punto di vista economico questa tua attività frutta?
"Da sola, l'attività di cantastorie non mi consente di vivere. Però rappresenta almeno la metà del mio lavoro, e la tendenza è in crescita. Questo perché spesso vengo ingaggiato anche in situazioni differenti dalla strada, come eventi privati o serate speciali nei ristoranti in cui faccio il “cameriere delle storie”. Oltre al cappello, in strada guadagno anche grazie alla vendita delle Scatofavole, le mie storie in scatola che realizzo con la mia collaboratrice Alessia Bussini".

Parlaci di te e della tua carriera di attore. Hai in programma spettacoli a Milano prossimamente?
"Non sono solo un cantastorie, anche se la definizione mi piace molto. Ho studiato al Comteatro di Corsico, vicino a Milano, un'ottima scuola di teatro e di vita. Oltre a fare l'attore per alcuni spettacoli del Comteatro, collaboro attivamente con altre realtà teatrali (come il teatro Pan di Lugano). Conduco corsi di formazione teatrale, seminari di scrittura, e spesso sono chiamato come formatore teatrale in contesti aziendali. Quello che tiene insieme tutto questo è, per me, la consapevolezza che il teatro e la scrittura possano portare nella vita di tutti un seme di cambiamento e di apertura delle proprie prospettive. Sono anche un giovane regista: tra pochi giorni, dal 5 al 13 maggio, debutterà in prima nazionale al Teatro Leonardo di Milano il mio nuovo spettacolo, "Cyrano sulla Luna", che vede in scena il bravissimo Pietro De Pascalis nel ruolo di Cyrano. E' un monologo a cui tengo molto, mi sono cimentato nella riscrittura di Cyrano de Bergerac in prima persona: è una storia che parla d'amore, e della paura che ci fa. Spero che lo vedano tutti".

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