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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura Castello / Piazza Castello

Pietà Rondanini, l'Anticorruzione chiede i documenti al comune

Rozza (lavori pubblici) ammette: "Avremmo dovuto fare una nuova gara d'appalto, ma non avremmo aperto in tempo per Expo"

Scoppia il caso della Pietà Rondanini, che all'interno del Castello Sforzesco ha recentemente "cambiato casa". Raffaele Cantone, dell'autorità nazionale anticorruzione, ha chiesto le carte sull'intera operazione, per capire soprattutto perché - a fronte di varianti - non è stata indetta una nuova gara, rispetto a quella del 2010 che riguardava il riuso dei locali dell'antico Ospedale spagnolo, che poi sarebbe diventata - appunto - la nuova casa della Pietà.

L'idea iniziale del riuso, però, era quella di trasformare il locale in una sala congressi. E' del 2012 il contratto con l'azienda che aveva vinto la gara. Poi, a ottobre 2012, come spiega il Corriere, l'allora assessore alla cultura Stefano Boeri lanciò l'idea di spostare la Pietà nel vecchio Ospedale. Detto fatto, la giunta deliberò il cambio di destinazione d'uso e, di conseguenza, la finalità dell'intervento su questo locale. Non più un "riuso" semplice, ma un intervento più corposo. 

Di qui le varianti, perché i lavori da fare a questo punto sono maggiori. E maggiore è anche la spesa del comune: da 695 mila euro a 919 mila.

Carmela Rozza, assessore ai lavori pubblici, ammette la consapevolezza di rischiare un'accusa per abuso d'ufficio. Ma difende la scelta fatta. In pratica, se si fosse proceduto con una nuova gara d'appalto, non ci sarebbero stati i tempi per "aprire" in tempo per Expo. Con il pregio di una collocazione più accessibile per i visitatori.

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