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Se il ragazzo della via Gluck diventa un reggae: ecco "El Nost Milan"

MilanoToday intervista Massimo Latronico, direttore dell'orchestra di via Padova, che parla di uno spettacolo - "El Nost Milan" - così milanese... da essere internazionale. E del futuro stesso dell'orchestra

L’Orchestra via Padova e gli attori della compagnia Tieffe sono loro i protagonisti di "El Nost Milan". Dopo il grande successo della scorsa stagione, torna lo spettacolo teatrale-musicale che resterà nel cartellone del Tieffe Teatro da martedì 27 novembre fino al 6 dicembre.

Sul palco ci saranno 5 attori e 17 musicisti di nove nazionalità differenti per raccontare Milano attraverso le canzoni di Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Adriano Celentano e tanti altri. Il progetto "El nost Milan" intende andare nella direzione di una contaminazione tra le culture e di linguaggi, ottenuta miscelando il repertorio etnico dell’Orchestra di via Padova alle canzoni milanesi e ai testi letterari e teatrali di Carlo Bertolazzi, Emilio De Marchi e altri.

"El Nost Milan" (foto Tieffe Teatro)

Lo spettacolo, firmato da Emilio Russo per la rielaborazione drammaturgica e la regia e da Massimo Latronico per la direzione musicale, è una miscela di parole e musica che affronta i temi della convivenza e della tolleranza. In occasione della prima che si terrà questa sera al Tieffe Teatro di via Ciro Menotti, Milano Today ha incontrato Massimo Latronico, direttore dell’Orchestra di via Padova, gruppo noto alle cronache cittadine anche per essere stato malamente sfrattato dalla sua sede storica.

Come si concilia il repertorio etnico dell’orchestra di via Padova con testi e canzoni milanesi per eccellenza?

Durante le esibizioni che abbiamo fatto in questi anni ci siamo fatti portatori della musica che viene da tutto il mondo. I componenti dell’Orchestra hanno infatti origini e nazionalità differenti (Estonia, Perù, Cile, Ucraina, Burkina Faso, Marocco, Serbia, Italia, Cuba). Noi crediamo che attraverso la musica si riesca a comprendere una cultura. In questo caso cerchiamo di abbracciare la cultura milanese, ma la interpretiamo a modo nostro.

Qualche esempio?

Per esempio Il ragazzo della via Gluck lo abbiamo fatto diventare un pezzo reggae e Milano degli Articolo 31 un rap per balafon e chitarra. Come si svolgerà lo spettacolo? La musica sarà il trait d’union di tutto lo spettacolo. Ci saranno letture di brani scritti da celebri autori come Pier Paolo Pasolini, Oscar Wilde, Michele Serra, Stefano Benni e dal grande poeta africano Leopold Senghor, interpretati oggi dagli attori della compagni Tieffe. Sarà un concerto di musica e parole dedicato a Milano, all’insegna della convivenza civile e della tolleranza, una Milano accogliente e che si struttura sul lavoro di tanti immigrati.

Quale pubblico volete raggiungere?

Noi cerchiamo sempre di fare un tipo di musica che sia fruibile da tutti: anziani, adolescenti, ma anche bambini. Lo scorso anno sono venute al Tieffe Teatro moltissime persone, molte di più rispetto a quante il teatro potesse contenerne. Svariati spettatori purtroppo non hanno potuto vedere lo spettacolo perché la sala era troppo piena.

L’Orchestra di via Padova, oltre che per i suoi rinomati concerti e spettacoli come quello di martedì sera, è nota alle cronache anche per essere stata sfrattata circa un anno fa dalla sua sede storica. Com’è la situazione oggi?

Per anni abbiamo fatto le prove in una palazzina che si trova in fondo a via Padova, sede di molte altre associazioni. In particolare, suonavamo in uno stanzone sul retro dell’Anpi di Crescenzago. Una mattina siamo andati lì e abbiamo di punto in bianco trovato la serratura cambiata. Il comune di Milano ci ha aiutato a cercare un’altra sede e attualmente siamo nell’Anfiteatro della Martesana, ma abbiamo l’assegnazione fino a dicembre. Ora ci stiamo barcamenando nella burocrazia, ma non sappiamo bene come andrà a finire.

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