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Convegno nazionale della Fondazione aiutiamoli a vivere: dal 27 novembre a Cinisello Balsamo

Verso i 30 anni da Cernobyl: in Bielorussia ci si ammala ancora di radiazioni. Fondazione Aiutiamoli a Vivere rilancia l’accoglienza terapeutica dei bambini nelle famiglie italiane.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Il 26 aprile 2016 cadrà il trentennale del terribile incidente di Cernobyl, il reattore nucleare che esplose nell’allora Unione Sovietica, al confine tra Ucraina, Russia e Bielorussia. Quest’ultima fu la nazione più colpita: gli effetti di lungo periodo delle radiazioni - in particolare la cardiopatia da Cesio, scoperta di recente - sono ancora presenti e pesanti, anche se occultati da una disinformazione figlia di potenti interessi economici e politici. La Fondazione Aiutiamoli a Vivere, impegnata da 25 anni nell’aiuto alla popolazione bielorussa, in occasione del convegno nazionale 2015 invita nuove famiglie italiane ad accogliere i “bambini di Cernobyl” per la vacanza terapeutica.

Gli effetti di lungo periodo delle radiazioni in Bielorussia e negli altri Paesi contaminati sono stati sempre minimizzati dai governi e dalle istituzioni internazionali. Secondo il rapporto 2006 del Chernobyl Forum dell’ONU, l’ultimo rilasciato, solo 65 furono i morti direttamente collegati all’incidente, e 4000 casi di cancro alla tiroide nei bambini sono considerati “in buona parte” e “con alta probabilità” collegabili all’incidente. Per tutti gli altri tipi di cancro e per le leucemie, scrive il report, la maggioranza degli studi sul legame tra radiazioni e tumori “manca di rilevanza statistica e ha limiti metodologici” per cui in sostanza non ha valore. Insomma è tutto un minimizzare, o un rinviare a studi successivi che però non sono mai stati fatti - o resi pubblici. Negli anni successivi, invece, moltissimi ricercatori indipendenti hanno rilevato danni ben più gravi di lungo periodo. In particolare, il medico e ricercatore bielorusso Yuri Bandazhevskij ha scoperto che il Cesio 137, una delle sostanze radioattive fuoruscite dal reattore nel 1986, viene incorporato negli anni attraverso l’alimentazione in dosi deboli, distruggendo progressivamente gli organi vitali. Bandazhevskij ha descritto la “cardiopatia da Cesio”, una nuova patologia che genera insufficienza cardiaca irreversibile a partire da una certa soglia e durata di intossicazione, e può provocare la morte, anche nei bambini. La popolazione, purtroppo, tende a non percepire più il rischio perché le radiazioni non alterano gli alimenti o l’acqua.

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Per questo, l’esigenza di tanti bambini bielorussi di trascorrere le vacanze in Italia è sempre attuale, nonostante le loro famiglie ne siano oggi meno consapevoli, forse illuse da un relativo benessere economico che però non sempre significa una migliore qualità di vita.

Aiutiamoli a Vivere rilancia l’accoglienza dei bambini di Cernobyl nelle famiglie italiane. Il dono di salute è certo: le analisi che svolgiamo regolarmente sui bambini ospitati in Italia dimostrano un abbattimento della concentrazione corporea di Cesio 137 tra il 30 e l’80% nella stragrande maggioranza dei casi.

Aiutiamoli a Vivere vuole rilanciare l’accoglienza in Italia dei bambini bielorussi tenendo conto dei cambiamenti sociali avvenuti in quei territori. Le esigenze di salute dei bambini restano al primo posto, tuttavia il passare del tempo e il miglioramento delle condizioni economiche in Bielorussia fanno emergere motivazioni nuove a favore dell’accoglienza: costruire legami per un’ Europa che sia davvero casa comune, diffondere la cultura della solidarietà e della tolleranza in contesti dove non è un valore condiviso, coinvolgere le famiglie e le istituzioni locali per affrontare insieme i gravi problemi sociali delle generazioni più giovani, dall’alcolismo alla disoccupazione. Problemi figli anche di Cernobyl, perché queste terre hanno sofferto per molti anni della mancanza di investimenti produttivi legati alla contaminazione.

Come accogliere un bambino

CHI SIAMO

La Fondazione Aiutiamoli a Vivere è una rete nazionale di famiglie, nata a Terni nel 1992 con la missione di aiutare le popolazioni bielorusse vittime della catastrofe nucleare di Cernobyl attraverso l’accoglienza in Italia di bambini residenti nelle zone contaminate. Da allora abbiamo ospitato 60mila bambini presso altrettante famiglie italiane, organizzate in 180 comitati territoriali. Circa la metà dei bambini sono stati accolti nella sola Lombardia. Negli anni, abbiamo affiancato all’accoglienza una serie di progetti di cooperazione con la Bielorussia: tra gli altri, il Tir della speranza, il progetto Scuola Fabbrica, l’adozione di studenti universitari. Secondo stime del governo locale, abbiamo investito, dall’inizio dell’attività, 8 milioni di dollari in interventi sociali e sanitari. Aggiungendo le spese sostenute in Italia, la stima sale a 15 milioni.

Guarda il video della nostra storia

www.aiutiamoliavivere.it

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