Giornate FAI di Primavera, che cosa vedere a Milano
Sabato 25 e domenica 26 marzo tornano le Giornate di Primavera.
Giunta alla sua 31° edizione, la manifestazione di punta del FAI offre l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti.
Un evento simbolo di una vocazione collettiva
Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane - gli Apprendisti Ciceroni - formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze.
Che cosa vedere a Milano
Tra i luoghi aperti a Milano, si segnalano:
- Palazzo Arcivescovile. Posto alle spalle del Duomo e che ha l'affaccio su Piazza Fontana, il palazzo è oggi sede degli uffici amministrativi della Arcidiocesi di Milano, l'unica al mondo ad avere più di mille Parrocchie. E' sede degli Arcivescovi di Milano dall'epoca di Giovanni I Visconti (1339-1354) e conserva all'interno opere di Sassu, Parma, Messina, oltre a noti seicentisti, quali Morazzone e il Cerano.
- Casa Verdi. Straordinario palazzo voluto da Giuseppe Verdi all'inizio del secolo scorso, ora con un nuovo spazio espositivo di cimeli. Nel 1889 Verdi acquista una grande area in una zona allora semiperiferica di Milano, vicina al Parco Sempione in via di realizzazione. Qui, da una "archistar" dell'epoca, Camillo Boito, fa costruire una grande casa (non ricovero) per i musicisti "meno fortunati" di lui, riuscito esempio di "architettura nazionale in cui si fondono filoni espressivi diversi.
- Ippodromo di San Siro. Inaugurato negli anni venti del ‘900 per sostituire l'antico Trotter situato in Viale Padova, costituisce, con lo Stadio Giuseppe Meazza, uno dei centri più importanti dello sport milanese. Il quartiere di San Siro, da cui l'Ippodromo prende il nome, era fino al momento dall'annessione a Milano nel 1873, "un piccolo borgo rurale" posto nella periferia occidentale della città. Di questa urbanistica è rimasto ben poco, ma l'Ippodromo rappresenta ancora con i suoi ampi spazi verdi un'oasi di pace.
- Istituto dei Ciechi. In pieno centro di Milano, a due passi da Villa Necchi Campiglio e contornato da edifici Liberty, trova la sua sede l'Istituto dei ciechi di Milano. La storia della Fondazione Istituto dei Ciechi affonda le sue radici nel 1840 quando il ragioniere Michele Barozzi realizzò un "istituto d'educazione per i poveri ciechi" su impulso del governatore austriaco Von Hartig. L'attuale sede dell'Istituto in via Vivaio risale al 1892 quando venne edificata su disegno dell'architetto Giuseppe Pirovano, che progettò l'edificio ispirandosi al modello dell'lnstitut National des Jeunes Aveugles di Parigi, tenendo conto delle necessità educative e sociali della comunità.
- Palazzo Marino, sede del Comune di Milano (qui tutte le info).
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