Il capolavoro di Lang Metropolis, finalmente in versione integrale all'Ariosto Apazio Cinema
Il 13 giugno alle ore 20.45 presso l'Ariosto Spazio Cinema, all'interno delle iniziative di Filminsieme, verrà proposto la versione restaurata ed integrale del capolavoro di Fritz Lang Metropolis che la Cineteca di Bologna sta distribuendo in tutta Italia.
Filminsieme è un cineforum mensile che propone serate a fasce trasversali di età: un'occasione per accostare messaggi e linguaggi del cinema contemporaneo e per scoprire la ricchezza di un film ricomponendo la sfaccettata realtà del cinema: il davanti (gli spettatori) e il dietro (il cast e la produzione); il fuori (il film come appare a prima vista) e il dentro (i significati e gli spunti più nascosti del film), il sotto (gli intenti del regista) e il sopra (le emozioni degli spettatori). La serata sarà presentata e condotta da Andrea Randone che introdurrà il film e condurrà il dibattito a fine proiezione.
Era il 10 gennaio del 1927 all'Ufa-Palast am Zoo di Berlino. Ma il film che gli spettatori berlinesi videro in quella sera non è lo stesso che ha attraversato la storia del cinema diventando un punto di riferimento per tutti i cineasti a venire. Quel film per 88 anni non è più esistito, a causa dei tagli che i produttori (americani prima, tedeschi poi) imposero al film senza l'autorizzazione dell'autore. Per 80 anni gli spettatori hanno visto un film diverso rispetto a quello che Fritz Lang e la sua compagna di vita e di lavoro, la scrittrice Thea von Harbou avevano ideato. Poi nell'estate del 2008 il ritrovamento in Argentina di un controtipo negativo in 16 mm in formato sonoro. Materiali in bassa qualità che però non hanno fermato gli esperti impegnati nella missione di riportare il film alla versione il più possibile fedele a quella originale. E' cominciato così un lavoro molto lungo realizzato da Friedrich-Wilhelm-MurnauStiftung e Deutsche Kinemathek. A questo intervento sull'immagine è poi corrisposto anche un'importante operazione sulla musica di accompagnamento al film. La nuova versione del film presenta infatti ora la colonna sonora originale di Gottfried Huppertz ritrovata ed eseguita da Frank Strobel alla guida della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin. Ed è proprio questo nuovo restauro che la Cineteca di Bologna, con il suo progetto di distribuzione dei classici restaurati Il Cinema Ritrovato, porta dal 16 marzo in 70 sale italiane e parallelamente nelle librerie, con la pubblicazione di un cofanetto che contiene il dvd con la versione restaurata e un booklet di approfondimento. Ma in cosa il nuovo Metropolis è diverso da quello che gli spettatori hanno visto per più di 80 anni? Intanto i tagli avevano reso il film di Lang un'opera decisamente più seria e apocalittica privandolo di molti tratti umoristici della storia e poi eliminando delle sequenze importanti avevano reso i rapporti tra i personaggi (in particolare quello tra il dittatore della città e lo scienziato) più ambigui. Ma quello che, secondo gli esperti, è la più grave conseguenza dei tagli è il fatto che il film nella versione breve finisce per essere una sorta di profezia mentre in quella più lunga è per lo più una riflessione sull'esistente, sul presente. Questo è il giudizio politico che Lang (dopo aver conosciuto le città occidentali europee, come Berlino, e americane, come New York) dà sulla società: la Metropolis del 2026 (con la sua suddivisione in classi, lo sfruttamento del lavoratore, il desiderio di ribellione delle masse) non è una città futuristica, è quello che Lang aveva visto intorno a sé. Ciò che però è paradossale, come ha scritto il critico inglese Kim Newman, "è che Metropolis risulta un film di denuncia della spietatezza d'un potere autoritario diretto a colpi di frusta da un genio creatore (Lang) capace di far radere la testa a migliaia di comparse, o di far loro rovesciare addosso tonnellate d'acqua". Ma si sa il set cinematografico è peggio di una dittatura, comanda solo il regista. Peccato poi che, come la storia del cinema ci ha insegnato da Metropolis a Blade Runner, in sala di montaggio il dittatore è il produttore.
Trama
Metropolis, la megalopoli del futuro, è divisa in due parti. Nella città di sopra vivono i ricchi che godono di tutti gli agi. In quella inferiore gli operai, sfruttati come schiavi. Maria, che si occupa dei bambini di questi ultimi, li conduce un giorno a vedere un giardino della città di sopra. Qui incontra per la prima volta Freder, figlio del padrone assoluto di Metropolis, Frederer. Turbato dalla sua bellezza il giovane la va a cercare e scopre la dura vita degli operai. Maria mette tutte le sue forze nel tentativo di realizzare una mediazione tra quelle che definisce "le braccia e il cervello" ma lo scienziato Rotwang la rapisce e dona le sue sembianze a un robot che istigherà gli operai alla ribellione.
Capolavoro del cinema in assoluto e di quello di fantascienza in particolare Metropolis va collocato nella complessità socio-culturale del periodo in cui venne realizzato. La sceneggiatura è di Thea von Harbou, moglie di Lang, e già questo costituisce un elemento di riflessione perché la scrittrice pochi anni dopo avrebbe aderito al Partito nazista mentre il regista, ebreo per parte di madre, lasciò la Germania per raggiungere gli Stati Uniti. Sta in questo ibrido d'origine una delle possibili cause del fatto che Metropolis venisse, ad esempio, pesantemente criticato da un regista come Buñuel e apprezzato invece da Hitler, che vedeva nello sviluppo della trama e, in particolare nel finale, un sostanziale sostegno alla sua ideologia.
Al di là delle diverse letture coeve, il film costituisce una pietra miliare non tanto per la vicenda narrata, che ha molti debiti con il teatro (in particolare con quello di Ernst Toller e di Erwin Piscator) e non manca di elementi retorici, quanto per la visionarietà dal punto di vista scenografico. Lang si avvalse della collaborazione di ben tre scenografi (Kettelhut, Hunte e Vollbrecht) ed è grazie alla continua riflessione sull'immagine che la città avrebbe dovuto avere che il film superò qualsiasi aspettativa. Come doveva presentarsi una metropoli in cui dominavano l'oppressione e lo sfruttamento? Quanto il riferimento biblico (e brugheliano) alla Torre di Babele doveva divenire significativo? Come far percepire il trionfo delle macchine come un Moloch assetato di sacrifici umani? Sono tutte domande a cui la visionarietà di Lang e dei suoi collaboratori offre una risposta con un'opera che subì innumerevoli mutilazioni nel corso degli anni ma che ora gode di un restauro filologicamente accuratissimo