Incontro con l'autrice Helga Weiss-Hošková, una testimonianza dell'Olocausto cecoslovacco
Nell’ambito del Giorno della Memoria, giovedì 28 gennaio si terrà un incontro al Centro Ceco di Milano (via G.B. Morgagni 20) alle ore 18,30 con Helga Weiss-Hošková, un’autrice ceca di origine ebraica che ha raccolto le sue memorie dei campi di concentramento nel libro "Il diario di Helga" (2014, Einaudi). Questo libro verrà presentato durante l’incontro con l’autrice, che vedrà anche la partecipazione di prof. Alessandro Vitale di Dipartimento di studi internazionali di UNIMI. L´evento è organizzato dal Centro Ceco di Milano.
"Il diario di Helga" è una testimonianza sull’orrore del nazismo, un volume scritto da Helga Weiss-Hošková quando era ancora una ragazza e cercava di sopravvivere nei campi di concentramento di Terezin e Auschwitz. Una testimonianza tremenda ma sempre attuale.
L´opera di Helga Weiss-Hošková è la testimonianza autentica di una ragazza ceca di origine ebraica sopravvissuta agli orrori della seconda guerra mondiale. Il libro – dal successo internazionale – è accompagnato da disegni realizzati dalla piccola Helga nei campi di concentramento, nei quali c?è tutto il desiderio di una bambina di avere una vita normale lontana dagli orrori. Il libro descrive in modo preciso anche lo spirito comunitario e la collaborazione tra le persone nei campi di concentramento. "Il diario di Helga" offre al lettore la riproduzione di alcune pagine del quaderno originale di Helga e le fotografie di famiglia.
«Chi non l'ha visto con i propri occhi non sarà mai in grado di immaginarselo, e forse un giorno neanche noi riusciremo a capire come sia stato possibile vivere in queste condizioni». È il settembre del 1938, a Praga l'esercito si mobilita per far fronte all'incombente minaccia nazista. Helga è una bambina e non sa cosa tutto ciò significhi, ma ogni giorno la Storia entra nella sua vita con la violenza di uno scarpone che sfonda una porta: il padre perde il lavoro, lei viene allontanata da scuola, la obbligano a portare sui vestiti una stella gialla pesante come una colpa. Helga non sa, però sente: sente i boati dei bombardamenti, sente i discorsi politici alla radio, sente le voci che gridano di correre al rifugio. E lei corre, e intanto scrive, disegna, racconta gli obblighi e i divieti, la gente che sparisce. Finché tocca anche a lei e alla sua famiglia. Prima a Terezín, poi ad Auschwitz-Birkenau, a Freiberg e infine a Mauthausen. La bambina adesso impara: impara cos'è un campo di concentramento, cos'è un campo di sterminio, le conseguenze ultime dell'essere ebrea sotto il Reich di Hitler. Impara cosa può diventare un essere umano. Anche mentre la sua infanzia si strappa per sempre, Helga non smette di osservare e raccontare: il diario della prigionia che oggi ci consegna è insieme un documento straordinario e un colpo al cuore. Perché nel tratto lieve dei disegni, nell'essenzialità delle parole, ci accorgiamo che neppure l'innocenza e la fantasia di una bambina possono nascondere l'orrore. Eppure, in un modo straziante e misterioso, il suo sguardo ferito non si fa piegare e riesce a illuminare la tenebra." (Einaudi, 2014). Traduzione di Letizia Kostner.
Nota biografica. Oltre alla testimonianza letteraria sui campi di concentramento, Helga-Weiss Hošková è anche autrice di disegni del ghetto di Terezín. Ha esposto i suo lavori in Austria, Svizzera, Germania, Italia e negli Stati Uniti. Nel 1993 le è stato assegnato un Dottorato honoris causa all’Università del Massachusetts (College of Art) di Boston per il suo lavoro. Nel 2009 ha ottenuto il Premio Letterario Josef Hlávka e in occasione della festa nazionale, il 28 ottobre, le è stata assegnata la Medaglia al merito dal presidente Václav Klaus.