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Inferno sui treni lombardi. M5s interroga maroni: "Trenord non rispetta il contratto di servizio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

"Il mese di giugno 2017 è stato un inferno per migliaia di pendolari tra soppressioni, ritardi infiniti e carrozze senza aria condizionata. E' stata una disfatta epocale dove si è toccato il fondo con i passeggeri costretti a scendere dai treni sulla massicciata in piena campagna e a camminare a piedi sui binari fino alla stazione, proteste per l'assenza di refrigerazione nelle carrozze e tratte senza convogli per ore e ore. Non c'è una sola linea ferroviaria che si salvi!" Per il trasporto pubblico in Lombardia è allarme rosso e le responsabilità hanno nomi e cognomi, dato che in questa legislatura, ogni estate, si ripetono gli stessi errori da parte di TRENORD e la Giunta Maroni resta impassibile. E' evidente che non c'è programmazione e non si provvede alle pre-manutenzioni estive", così la consigliera regionale Iolanda Nanni, che ha depositato un'interrogazione (in allegato) alla Commissione regionale trasporti e chiesto un'audizione urgente dell'amministratore delegato di TRENORD e del Responsabile RFI e FerrovieNord per la rete infrastrutturale lombarda e dell'Assessore Sorte. Le due azioni del M5S danno voce anche alle proteste delle decine di Comitati Pendolari che fioccano da settimane in Regione senza che nessuno si decida seriamente a dare risposte e intervenire con soluzioni rapide. "E' di oggi - prosegue Nanni - la dura lettera dei Rappresentanti dei Viaggiatori lombardi della Conferenza del TPL che protestano per i pesanti disagi e disservizi subiti. Ho tradotto le loro richieste in un'interrogazione in cui chiediamo l'applicazione delle penali del Contratto di Servizio a TRENORD che evidentemente non lo ha rispettato e interventi radicali per il miglioramento delle condizioni di viaggio degli utenti lombardi. L'Assessore Sorte, di Forza Italia, meriterebbe un monumento all'incapacità e all'inerzia. Del suo piano di investimenti straordinari annunciato a febbraio 2017 non c'è nemmeno l'ombra", conclude Nanni.

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