Kuturi
Una scultura di 2 metri e 30 centimetri. Una croce inclinata, nella posizione di chi la trasporta. Il lato visibile, riporta, all’incrocio degli assi, l’acido che l’ha corrosa. Ella ci restituisce così la realtà del nostro male anche quando non ne eravamo consapevoli. Perciò la croce non richiede ammirazione estetica, ma orrore e ripulsa. Essa è, per chi la subisce, luogo di dolore e di lenta agonia. E’ la tragica conseguenza dell’agire di Gesù a favore degli ultimi. Uno specchio riflette la parte dorata posteriore, non immediatamente accessibile: la gloria a venire. Ma la gloria si vede «come posteriormente», solamente per mezzo della fede. L’artista ci offre dunque delle suggestioni particolarmente stimolanti per esplorare la teologia della croce.