Al Beccaria i laboratori rap per "uscire" dal carcere, se ne parla al "Linecheck"
La musica che racconta il carcere. Quella musica, la stessa, che riesce a "ridipingere" le pareti e le sbarre, regalando a chi è costretto a stare lì momenti di normalità e vita vera. Quest'anno al "Linecheck", la più importante conferenza italiana sul mondo della musica, si parlerà anche di "Rap dentro", la rete che raccoglie le realtà che operano nelle carceri minorili con dei laboratori rap.
Musica che apre le sbarre, quel rap che profuma di libertà
In quelle realtà c'è anche l'associazione "232 Aps", che organizza le lezioni all'interno del Beccaria di Milano per far immaginare ai ragazzi un futuro diverso, migliore, libero.
L'appuntamento, previsto per giovedì 19 novembre alle 18.45, rigorosamente online, sarà - raccontano gli organizzatori - "un momento per riflettere su come la musica racconta il carcere, un panel volto ad indagare la potenzialità espressiva che nasce dall’esperienza detentiva. Mai come ai giorni nostri, l’incarcerazione viene trattata e raccontata nei testi dei brani rap, insieme si andrà ad esplorare il motivo alla base di questa scelta".
"Gli interventi che verranno raccontati descrivono un nuovo modo di concepire il carcere, raccontano una strada possibile nel tracciare nuovi modelli di riferimento per i contesti rieducativi. Diverse guide ci accompagneranno in questo viaggio, personaggi che conoscono la realtà penitenziaria e che promuovono interventi artistico espressivi rivolti a minori autori di reato".
All'evento prenderanno parte Fabrizio Bruno - il pedagogista e rapper, con il nome di Otis Rigor Monkeez, che cura i laboratori al Beccaria -, i colleghi che si occupano dei corsi in altri istituti penitenziari e i due ospiti speciali Lucariello e Massimo Pericolo.