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Minacciati dal pazzo furioso

Scendono in cantina mamma e figlia per gettare la pattumiera e si ritrovano in pieno Dicembre un omone a torso nudo con corpo contundente in mano che sbraita

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

"Inizio settimana in quartiere Crescenzago periferia Milanese avviene l’incontro tra Comune di Milano Attraverso la presenza di Anna Scavuzzo, assessore alla sicurezza, Gabriele Rabaiotti assessore alle politiche sociali abitative, il presidente del Municipio 3 Caterina Antola accompagnati dal proprio staff ove incontrano società MM, gestrice di una parte di edilizia pubblica, in presenza del presidente Simone Dragone, il direttore Stefano Cetti anch’essi accompagnati dai vari dirigenti di sezione e i Comitati inquilini storici di zona come Rizzoli e Palmanova, presenti i presidenti Ivo Del Zotto e Gianni Para e infine il più giovane comitato inquilini Cazzaniga in presenza di Eleonora Bonetti e piccola parte degli abitanti… Ma questo non vuole essere un resoconto di solite problematiche di stabili, mancati lavori e malcontenti perpetui, è chiaro che vista la presenza in primis di assessore alla sicurezza è certo che l’argomento trattasi di situazioni definite borderline che non sempre sono lampanti alla luce del giorno ma quando l’oscurità cala cosa resta nelle zone a volte troppo spesso trascurate, un malessere strisciante e insinuante, che crea disagio e depressione dovuta a quel senso di abbandono, e non parliamo di quei balordi esasperati anch’essi per non sapere più cosa fare e come vivere questi anni forse di spensieratezza dovuta finendo per danneggiare innanzitutto se stessi e quel poco che resta di ancora accettabile trasformando una zona in una terra dei fuochi. Ma è nelle case invece che il malessere regna degenerando in ansie che premono, frenano e distorcono una realtà opprimente ove rischi di vedere ovunque il lupo cattivo… Succede di tutto in tempo di Covid, la parola “crisi” appare in ogni ambito umano e la gente esasperata vive situazioni ai confini della realtà. Scendono in cantina mamma e figlia per gettare la pattumiera e si ritrovano in pieno Dicembre un omone a torso nudo con corpo contundente in mano che sbraita “sto controllando, gli zingariiii, qui rubano tuttoooo, se li prendoooo”; non resta che alle due sventurate di schiacciare nuovamente l’ascensore per fuggire alle assurdità furiose espresse dallo stesso condomine ormai conosciuto. Accade anche questo in una palazzina del quartiere crescenzago periferia milanese un soggetto definito "Pinco Pallino” ben noto alle forze dell’ordine e ai servizi sociali in preda a palese e conosciute crisi psicotiche infierisca verbalmente, fisicamente inveendo contro i malcapitati spesso con oggetti pericolosi in mano quali temperini, cacciaviti o altro di contundente, che le persone siano dello stesso condominio o estraneo non importa, arrivando a scrivere minacce ai malcapitati via sms, via social, via mail a diverse persone tra cui assessori comunali, c’è chi ha avuto addirittura la persecuzione di trovarselo sotto la propria abitazione dopo le ricevute minacce non capendo come questo individuo potesse sapere il dove con la conclusione di spaventare e addirittura terrorizzare la stessa persona sentitosi oramai sotto tiro. Ora arriviamo a fatti concreti ponendo domande, chiedendo se possibile a chi di dovere di ottenere risposta, esiste un allarme, concreto, ove un soggetto di circa 50 anni superiore a 1,80 cm per circa 100 kg di peso conosciuto dapprima ai servizi sociali, dichiaratamente invalido civile per chiare forme di disagio mentale passato in cura ai servizi psichiatrici territoriali, che in stato di forte disagio mentale scatena ossessivamente, compulsivamente, aggressivamente la sua persona contro chiunque sia un nemico per la sua mente arrivando a minacciare per iscritto di far saltare in aria tutto il palazzo con i suoi abitanti senza lasciare traccia. Il soggetto oramai si presenta ovunque, addirittura al centro antiviolenza per donne in via Narni inaugurato solo l’anno precedente inveendo contro una mafia politica che difende gli zingari, sua ossessione di sempre e sproloquiando ingiurie e offese senza senso ma che ottengono il risultato di spaventare le malcapitate, non a caso gli stessi servizi sociali di zona non riescono, non possono o non vogliono più occuparsi di un caso che risulta assai gravoso e pericoloso che tra l’altro ossessionato di nozioni di legge spacciandosi sempre per avvocato le grida in faccia alle povere malcapitate dottoresse che passando di fatto la palla al CPO centro psichiatrico operativo diviene un caso di non lor competenza. Cosa puoi fare? I malcapitati sporgono denuncia avvisando dapprima le forze dell’ordine attraverso il 112 e poi visto il proseguo aggravarsi di una situazione dell’incombente pericolo viene esposta questa denuncia penale per questo ovvio stato di allarme. Questa situazione va avanti da anni con un aggravarsi perpetuo di questa psicosi lasciata allo sbando, non seguita da alcuni perché non trattasi di obbligo, si aspetta sempre che il soggetto degeneri per determinare un TSO, trattamento sanitario obbligatorio, che per un certo periodo placherà sedando il soggetto ma che non risolverà una situazione sempre più in aggravio, solo la legge la nostra povera martoriata legge prova all’intento capendo l’allarme ma con mani abbastanza legate visto che il soggetto è un “malato sociale” con tutti i diritti e le precauzioni del caso. Ora la domanda è come sia possibile che l’apparato sanitario-sociale sia tanto distante dalla situazione dall’allarme addirittura ignorandone e evitandone il caso, è mai possibile che un soggetto di tale pericolosità possa vivere terrorizzando con le proprie allucinazioni uditive e visive l’intero abitato generando situazioni ansiogene ad altri individui ignari senza che nessun ente possa intervenire? E’ il periodo che solo il Covid è un allarme tutto il resto passa in secondo piano… ".

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