A Milano una mostra fotografica sui disturbi alimentari
Dal 22 febbraio al 4 marzo Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, ospiterà la mostra fotografica Io non esisto.
La bulimia e l'anoressia in Italia
La bulimia e anoressia sono termini noti più o meno tutti, ma ne conosciamo realmente i subdoli meccanismi? Se poi nominiamo Binge Eating o Night Eating Syndrome iniziamo a entrare in un mondo sconosciuto ai più, che comprende anche ortoressia, bigoressia, disturbo da ruminazione, picacismo: tutti disturbi legati a un anomalo rapporto con il cibo.
In Italia sono circa 3 milioni i soggetti affetti da Disturbi dell'Alimentazione e della Nutrizione (DAN). Secondo la Società Italiana di Riabilitazione Interdisciplinare Disturbi Alimentari e del Peso (SIRIDAP) la pandemia da Covid-19 ha determinato un aumento del 30% di questi disturbi, con gravi ripercussioni sulle famiglie, che, disarmate, si trovano a fronteggiare i disagi dei propri figli causati dalla riduzione significativa dei contesti di socialità. Nel corso del 2021 le richieste di aiuto pervenute al numero verde SOS DCA istituito dalla Presidenza del Consiglio sono più che triplicate.
Il progetto
Il progetto #IOnonESISTO, patrocinato dalla Regione Lombardia con la collaborazione di Ananke di Villa Miralago, Associazione che si occupa attivamente di ricerca, prevenzione, formazione e informazione sui disturbi del comportamento alimentare, si pone l’obiettivo di far conoscere queste patologie attraverso la fotografia, le testimonianze e il dolore di chi ne soffre in prima persona e di tutti coloro che ne sono inevitabilmente coinvolti.
«Riteniamo sia molto importante divulgare e sostenere il progetto #IOnonESISTO» dichiara il Presidente di Ananke di Villa Miralago Alberto Simone Pozzoli «per frenare la diffusione di questo fenomeno occorre infatti diffonderne la conoscenza, affinché sia più semplice intercettare precocemente i sintomi che indicano il malessere».
Gli autori del progetto, a partire da maggio 2021, hanno incontrato, intervistato e fotografato circa 100 persone: pazienti, ex pazienti, genitori, familiari e partner, medici, psicologi, nutrizionisti e tanti altri. Si tratta di un viaggio emotivo il cui scopo è comunicare un forte messaggio che aiuti a riflettere sulle difficoltà, le paure, le angosce, il senso d’impotenza e di colpa e la sensazione di inadeguatezza di coloro che vivono direttamente o indirettamente queste patologie.
Dal punto di vista artistico, Marco Rilli, fotografo, e Davide Comotti, backstage, hanno effettuato scelte molto nette, cercando di eliminare qualsiasi elemento di disturbo: foto in bianco e nero su fondale neutro e illuminazione semplice. Il racconto visivo si sofferma sui segni interiori dei soggetti. «Si è scelto di non sottolineare i segni che la malattia scolpisce nel corpo, per non rischiare facili spettacolarizzazioni, puntando invece alla persona in quanto tale» afferma Marco Rilli «spesso i soggetti ritratti sorridono. Questo perché si è deciso di fotografare le persone sotto una luce diversa, non volendo rappresentare la loro malattia, ma le loro personalità.».
La mostra
La mostra, completamente gratuita, proseguirà ad essere esposta in Lombardia prima nel passante ferroviario di Porta Venezia a Milano e poi in altre importanti location. Una preview dell’evento si svolgerà a Barlassina (MB) dall’11 al 18 febbraio, presso la sala convegni della BCC di Barlassina, banca sostenitrice del progetto con l’Associazione mutualistica Groane Vita, in via Colombo 5/b.
L’età di esordio dei disturbi alimentari si è, inoltre, notevolmente abbassata, ponendosi mediamente attorno ai 12/13 anni, con esordi anche in bambini di 8/9 anni.
Le interviste
Ad intervistare i soggetti, molti dei quali fanno parte di Villa Miralago, il più grande Centro in Italia per la cura dei disturbi alimentari (Cuasso al Monte, VA) e struttura d’eccellenza integrata nel SSN lombardo, è stata Cinzia Fumagalli, madre di un ex paziente e organizzatrice dell’evento.
«Questo progetto mi ha dato la possibilità di dare un senso alla malattia di mia figlia. La sofferenza è l’elemento che equipara tutti gli esseri umani e questa è la ragione che mi ha spinta a raccogliere non solo le testimonianze di chi sta vivendo la malattia, ma anche di tutti coloro che la incontrano o semplicemente la sfiorano» dichiara Cinzia Fumagalli «questo viaggio mi ha vista partire con una valigia vuota che durante il percorso si è riempita di una grande autentica umanità».