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Beatrice Gandola e Greta Migliavacca: prima mostra fotografica

In una società in cui anche un “selfie” può registrare milioni di visualizzazioni, i giovani non hanno nulla da perdere e grazie soprattutto ai social decidono di mettersi in gioco. Così come in maniera curiosa hanno fatto Beatrice Gandola e Greta Migliavacca, due studentesse quindicenni del Liceo Artistico di Brera che domenica scorsa allo Shu Club, celebre locale della movida milanese, hanno esposto la loro prima mostra

L’eco della crisi in Italia è ancora forte. Spesso sentiamo e leggiamo di continui tagli, in particolar modo all’istruzione e alla cultura che di fatto colpiscono un paese che ha fatto della componente artistica il suo primato mondiale.

Ecco dunque l’eliminazione di numerose materie, sperimentazioni che vengono cancellate e fondi mancanti che condannano a morte numerosi siti archeologici del nostro paese (non ultima la vicenda di Pompei). Ciò che questa crisi non può fisicamente toccare è tuttavia la voglia di mettersi in gioco, la voglia di creare e di mettere in campo un concetto di arte lontano dai soldi e da tutto il mondo concretamente materiale.

In una società in cui anche un “selfie” può registrare milioni di visualizzazioni, i giovani non hanno nulla da perdere e grazie soprattutto ai social decidono di mettersi in gioco. Così come in maniera curiosa hanno fatto Beatrice Gandola e Greta Migliavacca, due studentesse quindicenni del Liceo Artistico di Brera che domenica scorsa allo Shu Club, celebre locale della movida milanese, hanno esposto la loro prima mostra.

“Questo locale ci ha lasciato spazio, dedicandoci un’ampia vetrata dove abbiamo potuto appendere alcune delle nostre fotografie” ha affermato Beatrice, che poi prosegue: “La fotografia è una passione che abbiamo da quando siamo piccole, ma solo da pochi mesi abbiamo deciso di aprire una nostra pagina Facebook, la B&G photo’s”.

Insomma, fare arte e diffondere la cultura senza nulla che abbia a che fare con le corpose burocrazie dei fondi mancanti e dei diritti d’autore. La cultura giovanile milanese vive di questo, vive di passione. “La fotografia è come se fosse un bisogno, il bisogno di catturare un preciso momento e con questa mostra abbiamo avuto l’opportunità di condividere con le persone i nostri momenti più caratteristici” ci racconta una emozionatissima Greta. A cui fa eco nuovamente Beatrice: “In fin dei conti direi comunque che la fotografia rappresenta gran parte della nostra vita. Oltre a catturare momenti significativi di essa, ci piace collegare ogni foto che scattiamo con poesie e riflessioni. La bellezza è nel cercare di cogliere i momenti talmente tanto magici tali da non sembrare reali”.

Un mondo certamente non facile. Ma nonostante tutto c’è sempre la voglia di mettersi in gioco, proprio come hanno fatto con il loro “grande salto” nella mostra di domenica sera. Questa è la cultura che regna sovrana tra i giovani d’oggi: non mollare e continuare a migliorarsi. Tanto che le nostre due promettenti fotografe non lasciano spazio ai trionfi e si dicono pronte a migliorare negli ambiti in cui sono carenti. “La mostra è stata la nostra prima grande vittoria, ma non possiamo fermarci qui. Dobbiamo infatti perfezionarci nelle tecniche fotografiche per dare allo scatto ancora più potere emotivo” concludono le due giovani ragazze.

Capacità di mettersi in gioco, senza paura e pronte a sbagliare se l’errore coincide con la possibilità di migliorare. Questo è il giusto spirito in un mondo in cui vince chi non ha nulla da perdere. E noi, in questa società che così poco concede spazio alla cultura giovanile, a queste ragazze auguriamo tutto il meglio che ci sia.

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