A Milano la mostra del giornalista (artista) che disegna sulle notizie di "nera"
Una volta ha fatto dire a un piccione che i suoi "colleghi pennuti", arrivati da altri cieli, gli rubavano il pane. Un'altra volta ha fatto confessare a uno squalo, in evidente crisi d'identità, di sentirsi una balena. E un'altra volta ancora, mentre investigatori e magistrati parlavano di un'importante operazione di polizia, ha pensato bene di lasciare spazio alle riflessioni di un barone, o quel che era, scocciato dalle notizie, "una volgarità". Sempre con gli stessi strumenti: una penna nera e un foglietto di carta, che sia uno scontrino, un biglietto della metropolitana, un fazzoletto o il quadernino sul quale prende appunti con una grafia incomprensibile.
L'artista a tempo perso - perché in realtà nella vita lavora come giornalista - è Salvatore Garzillo, 34 anni, napoletano, cronista di Ansa, che giovedì 21 ottobre inaugura la sua prima - "e ultima", scherza - mostra personale. L'appuntamento è alle ore 19 alla Galleria Patricia Armocida di via Argelati, al civico 24.
Il titolo della mostra di Garzillo - che tutti i colleghi hanno visto almeno una volta disconnettersi dal mondo per disegnare, salvo poi chiedere agli stessi colleghi cosa si fosse perso - è "C'ero una volta". Si tratta di una selezione di disegni degli ultimi anni, impressi - letteralmente - su ogni cosa. I sogetti sono i più disparati: dagli animali che parlano ai ritratti di persone incontrate in giro per caso. Ogni opera comunica sensazioni ed emozioni diverse: scherni, derisioni, piaceri ma anche pensieri, dubbi, indecisioni e domande esistenziali.
Quasi tutte le immagini sono accompagnate da una frase tracciata a penna che - quasi fosse un'opera di Banksy - invita a riflettere con un filo di sarcasmo e di provocazione. Ecco perché un uccello dice "mi piacciono gli uccelli, embè?" o perché due teschi si fanno forza a vicenda spiegando di vedersi abbastanza bene. Il disegno scelto per presentare la mostra - creato sugli appunti di una notizia di cronaca nera, sua grande specialità - si chiama "Lo sguardo dritto al futuro" e non può che essere un buon auspicio dopo mesi difficili.
Insieme alla mostra di Garzillo - sempre dal 21 ottobre al 14 gennaio - inaugura "Lost in Strokes" di Luca Barcellona, 43enne artista, musicista, graphic designer e punto di riferimento della calligrafia a livello mondiale, che per la prima volta espone una produzione di lavori, sintesi della sua ricerca artistica degli ultimi trent’anni. Nella mostra, spiegano i curatori, Luca Barcellona supera la leggibilità, staccandosi dal testo e dal significato delle parole, obbligando lo spettatore a perdersi tra i tratti perché lasciato privo di riferimenti.
I grafemi subiscono una riduzione progressiva alla singola lettera, in un processo di astrazione segnica che ha come orizzonte ultimo la pura bellezza del gesto. Una scrittura asemica che racchiude la complessità delle forme del lettering, destrutturate e decontestualizzate, libere e ampie campiture ed elementi del writing. Una ricerca compositiva basata sull’armonia dei pesi, tra pieni e vuoti, distribuiti nello spazio utilizzando esclusivamente l’occhio. Per l’artista riempire grandi quantità di testo, finendoci quasi dentro, astraendosi dal significato delle parole e dal gesto stesso, diventa un mantra che, attraverso la ripetizione, si trasforma in profondo atto meditativo. Un'esperienza immersiva che viene restituita dall’artista attraverso la colonna sonora prodotta da DJ Craim, appositamente per le opere in mostra.