Le più importanti opere di Antonio Canova in mostra alla Gam: ecco 'I volti ideali'
Si chiama 'Canova. I volti ideali' ed è la mostra che dal 25 ottobre sarà alla Galleria d’Arte Moderna di Milano con un interessantissimo percorso che per la prima volta ricostruisce nelle sue sale la genesi e l’evoluzione delle celebri 'teste ideali' di Canova, la produzione che ha segnato l'apice della sua carriera.
La mostra
In programma una rassegna sulle più importanti collezioni di arte neoclassica a livello nazionale nella bellissima cornice della Gam, che custodisce tre suoi capolavori: il modello originale in gesso di 'Ebe', il busto in bronzo di 'Napoleone' e l’erma in marmo della 'Vestale', fulcro della mostra.
In mostra 39 opere, di cui 24 di Antonio Canova. Tra queste cinque sculture mai esposte in Italia prima d’ora, come l’erma di 'Corinna' e la 'Musa' del 1817. Le sculture provengono dai principali musei nazionali (Gallerie degli Uffizi di Firenze, Gipsoteca Canoviana di Possagno, Galleria d’Arte Moderna di Torino, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Correr di Venezia) e internazionali (Hermitage di San Pietroburgo, J. Paul Getty Museum di Los Angeles, Kimbell Art Museum di Fort Worth, Museu Calouste Gulbenkian di Lisbona, Musée des Beaux Arts di Lione, Musée Fabre di Montpellier), oltre che da collezioni private.
Antonio Canova
Veneto di nascita, dopo il trasferimento a Roma nel 1780 Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822) diventa il più importante scultore a cavallo tra XVIII e XIX secolo, interpretando la lezione di Winckelmann e fondando la scultura moderna. Corteggiato dai sovrani di tutta Europa, da Napoleone ai Papi, dal re d’Inghilterra allo zar, Canova ha modificato e orientato il gusto di un’intera epoca, a cui ha fornito modelli di bellezza idealizzata, interpretati soprattutto nelle sue sculture di soggetto mitologico.
Negli ultimi dodici anni di attività, quando è lo scultore più famoso e più richiesto d’Europa, Canova si dedica a una serie di effigi femminili di personaggi ideali che ha immediata fortuna tra i contemporanei, sia tra la committenza che tra la critica dell’epoca. A queste, che lui stesso chiamò 'teste ideal', è dedicata la mostra alla Gam.
I volti scolpiti da Canova non rappresentano personaggi reali, ma costituiscono un filone fortunatissimo di volti idealizzati in cui lo scultore indaga le infinite variazioni della bellezza femminile, basate sull’equilibrio perfetto tra l’idealizzazione derivante dalla scultura classica e lo studio della natura. Sottoposti a sottili, raffinatissime variazioni nelle acconciature, nelle espressioni, nella resa virtuosistica del marmo, questi volti giungono a una progressiva semplificazione formale ed espressiva che trova il suo culmine nella 'Vestale'.