Presentazione del libro "Il popolo dell’abisso di Jack London": sabato 8 novembre a San Donato
Di tutti i viaggi di Jack London, quello nel quartiere londinese dell'East End all'inizio del ventesimo secolo, riportato in Il popolo dell'abisso (Mondadori) è il più duro, il più crudo, il più estremo. Ne parlerà Mario Maffi a Zig Zag, San Donato Milanese (via Libertà, 10), sabato 8 novembre, a partire dalle 17.30, curatore della più recente edizione di Il popolo dell'abisso, frutto di una scelta univoca, sul campo e di campo, dove Jack London rimane colpito dal paesaggio che incontra.
L'East End è un buco nero lasciato dalle rivoluzioni industriali: le descrizioni sono minuziose, precise, puntuali e l'empatia di Jack London è totale, e non è soltanto una questione di povertà o di insuperabili difficoltà quotidiane. L'atmosfera plumbea che grava sull'East End di allora, come su tutte le periferie e i ghetti di oggi, è una variazione antropologica che Jack London ha anticipato osservando e vivendo con Il popolo dell'abisso: "L'uomo non si abbandona più all'istinto con la medesima, naturale sicurezza di un tempo. A poco a poco, s'è trasformato in una creatura raziocinante che, con estrema freddezza, con gelido calcolo, può di volta in volta aggrapparsi alla propria esistenza oppure decidere di liquidarla, a seconda che essa prometta grandi piaceri o dolori profondi".
La cura e la presentazione di Jack London in generale e di Il popolo dell'abisso in particolare s'inseriscono in modo spontaneo nell'intenso e prolifico lavoro che Mario Maffi ha dedicato alla letteratura e alla cultura angloamericana, avendola insegnata per oltre quarant'anni all'Università degli Studi di Milano ed essendo protagonista dei suoi libri, tra cui ricordiamo: Tamigi. Storie di fiume (2008), Mississippi. Il Grande Fiume, New York. Ritratto di una città (2010), Londra. Ritratto di una città (2011) e, in uscita proprio in questi giorni, Città di memoria (ilSaggiatore). New York, New Orleans, Parigi, Manchester, Salford, Londra: Mario Maffi in Città di memoria racconta sei metropoli, teatri di vissuti collettivi passati e presenti, frammenti in continua mutazione del nostro mondo urbanizzato, per riportare alla luce quelle tracce che, racchiuse in interi quartieri, non cessano di parlare, davanti all'incedere di un nuovo troppo privo di memoria.