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“Tornare a un’economia civile di mercato, per uscire dalla crisi”

Nell’ambito degli eventi organizzati per il 60° della fondazione di BCC Carugate, si è svolto lo scorso 2 ottobre un interessante convegno aperto al pubblico dal titolo “Solide radici per un nuovo futuro”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Il convegno, organizzato nel rinnovato Auditorium "Don Enrico De Gasperi" all'interno della Sede Generale di BCC Carugate, si è configurato come un momento di riflessione collettiva sull'impatto della crisi economica per le famiglie e per le imprese del territorio e sul contributo che una Banca Cooperativa e mutualistica come BCC Carugate può offrire alla comunità locale per superare le difficoltà di un momento economico complesso come quello che stiamo attraversando. Ospiti del convegno il Prof. Stefano Zamagni, illustre economista e docente di economia politica all'Università di Bologna e Maurizio Vitali, Presidente del Banco di Solidarietà "Enzo Piccinini" di Pozzuolo Martesana (MI).

Nel suo intervento di saluto il Presidente di BCC Carugate Giuseppe Maino ha sottolineato come il &ld quo;nuovo scenario economico" nel quale ci troviamo sia il frutto di un mutamento strutturale con il quale dovremo convivere in modo permanente, ricalibrando il nostro modo di interpretare la realtà sociale e soprattutto elaborando soluzioni economiche e finanziarie adeguate, che siano in grado di produrre un nuovo benessere. L'esigenza primaria, in questa fase, è supportare soprattutto i giovani del territorio perché il futuro è il terreno sul quale dovranno giocare la partita della vita. Le prime soluzioni da elaborare dovranno essere per loro, perché sulle loro gambe cammina il futuro del Paese e dell'Europa intera.

Il Prof. Stefano Zamagni, economista e docente di Economia Politica all'Università di Bologna, nel suo intervento si è soffermato sull'analisi delle cause profonde, economiche, politiche e morali, che hanno generato questa crisi - dalla finanziarizzazione dell'economia, all'avidità senza limiti, alla deregulation in campo finanziario - sottolineando la profonda differenza del modello del Credito Cooperativo, rispetto ai modelli che ci hanno portato alle condizioni attuali. Le BCC sono le vere banche del territorio perchè, proprio per loro missione, non delocalizzano, restano sempre con la proprie gente, in ogni circostanza, e sono strumento di coesione sociale. Le banche di Credito Cooperativo, ha sottolineato Zamagni, hanno rappresentato e rappresentano, nonostante le difficoltà, una sorta di polmone per le famiglie e soprattutto per le PMI a cui hanno concesso sostegno e credito anziché avventurarsi nella finanza speculativa.

Maurizio Vitali, Presidente del Banco di Solidarietà "Enzo Piccinini" di Pozzuolo Martesana (MI), nel suo intervento ha invece raccontato l'esperienza di una realtà che lavora con grande impegno sul territorio, e che quotidianamente tocca con mano gli effetti negativi per le famiglie che la crisi ha generato e continua a generare.
Il Banco di Solidarietà è nato nel 1997 per aiutare 4-5 nuclei familiari in difficoltà e oggi ne sostiene oltre 125 grazie a 115 volontari e a "famiglie solidali" che tutti i mesi raccolgono beni alimentari di prima necessità. Mediamente il Banco dona circa 7 kg di alimenti pro-capite al mese (un valore di circa 80 euro a persona) per un totale di oltre 35mila kg l'anno. Un'opera di assistenza essenziale in un quadro sociale sempre più drammatico: le persone in co ndizioni di povertà assoluta sono raddoppiate negli ultimi cinque anni in Italia, e oggi nella sola Lombardia si contano 143.000 famiglie povere e 347.000 persone che hanno chiesto aiuto ai vari centri di assistenza sul territorio.

La parte finale della discussione, stimolata anche dalle domande provenienti dal pubblico, si è orientata su una riflessione generale riguardo alle vie da seguire per uscire da questa crisi drammatica e perversa. La conclusione che è emersa è che sia necessario tornare a rendere "civile" il mercato e l'economia, mettendo sempre al centro la persona umana. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Zamagni, per fare questo non basta solo il buon comportamento e l'impegno individuale o di molti, è necessario anche cambiare l'intero assetto istituzionale e il sistema di regole che non premia, anzi svilisce, i comportamenti virtuosi.


blog.bcccarugate.it

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