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Solidarietà dall'Etiopia: un grazie ai milanesi

Mons. Angelo Pagano, Vescovo di Harar: "Per il prossimo 'Pane in piazza', a Maggio 2020, ci auguriamo di trovare generosi sponsor per completare il progetto di un grande panificio industriale che permetterebbe anche di dare lavoro ai giovani, evitando che migrino in Europa". www.missioni.org

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Compie un anno il primo forno avviato a Dire Dawa, in Etiopia, con i proventi e le donazioni ottenuti con le due prime edizioni di “Pane in Piazza”, la manifestazione benefica voluta dai Frati Missionari Cappuccini di Piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano, con la Famiglia Marinoni. La struttura, con tanto di negozio e magazzino, si trova in un quartiere periferico a Nordest della città, in uno spazio di 30 metri quadri messo a disposizione dalla Diocesi di Harar all’interno della sede dei Missionari Cappuccini, ordine a cui appartiene il Vescovo locale Mons. Angelo Pagano. A gestire l'attività sono i due giovani etiopi Tewodros e Abiy venuti in Italia nel Luglio 2018 per imparare l’Arte Bianca, sempre nell'ambito dell'operazione 'Pane in piazza'; e da qualche mese sono affiancati anche da altri due connazionali. Tewodros e Abiy erano stati ospitati dai Frati e formati gratuitamente al Ciofs di Cinisello Balsamo, e poi con un periodo di stage nel panificio del biellese Luca Piantanida, uno dei panettieri volontari più impegnati a 'Pane in piazza'. Ogni giorno il forno di Tewodros e Abiy produce 400 kg di pane: 2/3 del totale sono destinati ai 150 bambini dell’orfanatrofio St.Augustin di Dire Dawa e ai 1.500 ospiti dell’Istituto delle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Non solo. La panificazione sta diventando materia di studio nei programmi scolastici dell’orfanatrofio per preparare nuovi artigiani e già circa 50 ragazzi fra i 5 e i 18 anni in estate hanno fatto visita al forno. Dire Dawa è una delle due città autonome dell'Etiopia con la capitale Addis Abeba. Si trova nella diocesi di Harar, nella parte orientale del Paese, in un'area abitata prevalentemente da genti di etnia somala, Sviluppatasi nel XX secolo grazie alla costruzione della Ferrovia Addis Abeba-Gibuti è un importante centro industriale e commerciale. "Tuttavia su una popolazione di 8 milioni di persone, per la maggior parte giovani, nella zona non solo scarseggia il cibo per i più poveri ma manca il lavoro. La scolarizzazione negli ultimi vent'anni è aumentata dell'80, 90 per cento, ma molto resta ancora da fare", spiega Monsignor Angelo Pagano, il Frate Cappuccino lombardo Vescovo di Harar, promotore della iniziativa 'Pane in piazza'. Lo scopo solidale di 'Pane in piazza' è dunque sia la costruzione di un grande panificio industriale - denominato St. Augustin come l'orfanotrofio - per non far mancare almeno il pane a chi ha fame, sia creare opportunità di impiego e guadagno per i tanti disoccupati, fermando anche l'esodo dei migranti verso l'Europa. “Siamo molto soddisfatti dell'importante risultato già raggiunto, un dono della bontà umana e della Provvidenza che ha riacceso in noi tantissime speranze - continua Mons. Pagano-. Tuttavia il fabbisogno della popolazione, specie nei villaggi vicini, resta molto grave, anche se quest'anno è piovuto e non c'è più siccità. La soluzione sarebbe proprio un panificio più grande. Vorremmo anche avviare una scuola per panificatori strutturata, che alterni lezioni in aula alla pratica in laboratorio". Conclude il Vescovo: “Per la prossima edizione di 'Pane in Piazza' a Maggio 2020 facciamo nuovamente appello al buon cuore dei cittadini e delle aziende nella speranza che ci aiutino a portare a termine il nostro grande progetto”. IL PROGETTO 'PANIFICIO INDUSTRIALE 'SAINT AUGUSTIN' Il primo forno frutto delle donazioni di Pane in piazza è stato inaugurato il 26 Ottobre 2018 da Cesare Marinoni. In grande container con tutto il necessario era arrivato al Segretariato Cattolico di Dire Dawa, a 50 km da Harar, a lunedì 3 Settembre, alle 8 del mattino ora locale. Complessivamente ad oggi sono stati donati 2 macchine impastatrici, 1 chifferatrice per tranciare e arrotolare la pasta, 1 cella a lievitazione programmata, 2 spezzatrici per porzionare l’impasto, 1 cilindro laminatoio per raffinarlo e renderlo omogeneo, 1 macchina macina pane, 1 stampatrice per michette, 2 bilance e 6 carrelli donati da una panetteria milanese; in più 6 forni, una cucina domestica completa, 1.206 confezioni di generi alimentari, 100 di t-shirt, 71 di detergenti e 34 di vestiti per bambini aggiunti da altri benefattori. Un prezioso obiettivo è raggiunto: questo primo piccolo panificio già rifornisce di un buon quantitativo di pane i più poveri tra i poveri come i 1500 ospiti dell’Istituto delle Suore di Madre Teresa di Calcutta e 150 bambini orfani. A coordinare localmente il progetto è lo stesso Vescovo di Harar, SE Mons. Angelo Pagano che lo ha ideato. Il Panificio Industriale St.Augustin doveva sorgere su un terreno di 500 metri quadri appartenenti al Vicariato ma sono sorte questioni con la municipalità, che sono in fase di trattativa. Lo stabilimento dedicato a St. Augustin dovrà avere una capacità produttiva di 300 quintali all’anno, necessaria per colmare parte dell'enorme divario fra domanda e offerta di pane su tutto il territorio, e per sostenere le opere della Diocesi rivolte a persone di ogni religione ed etnia. I Frati del Centro Missionario di piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano coordinano l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che ha un centinaio di missionari presenti in varie nazioni dei diversi continenti: Brasile, Costa d’Avorio, Camerun, Thailandia, Etiopia, Emirati Arabi, India. Hanno quindi accolto la richiesta di aiuto di Mons. Pagano dando vita a una serie di attività, la più imponente delle quali è 'Pane in piazza', per raccogliere fondi, materiali e insomma tutti gli aiuti indispensabili per dare vita al progetto Saint Augustin, secondo lo stile missionario dei Cappuccini riassunto nello slogan 'Vicini per chi è lontano'. Non a caso, dove arrivano questi Missionari, che vivono sull'esempio di San Francesco

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