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Vaccini, fials: macchè ferie, ai sanitari neanche gli incentivi per straordinari. Urge velocizzare con assunzioni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

“Personale in ferie in Lombardia? Infermieri e medici sono pronti a velocizzare la campagna vaccinale, come lo sono sempre stati in questi undici mesi di emergenza, ma sono troppo pochi e occorrono nuove assunzioni. Respingiamo al mittente la responsabilità della lentezza nella somministrazione del vaccino anti Covid: se una regione è disorganizzata, non passi nè ora nè mai questo attacco ai danni di chi si sta adoperando allo stremo delle forze per fronteggiare la pandemia, peraltro non vedendosi corrisposto alcun incentivo. Non dimentichiamo che infermieri e medici si stanno ancora ammalando in tutta Italia, e alcuni muoiono”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale della Fials, commenta la campagna vaccinale che procede a rilento in tutta Italia. Sul caso Lombardia, dove la somministrazione è al 3% delle dosi consegnate, contro il 38% del Lazio, gli fa eco Roberto Gentile, segretario regionale Fials Lombardia unitamente a Mimma Sternativo, segretaria generale Fials Milano area metropolitana: “La dichiarazione dell’assessore al Welfare Gallera in merito ai vaccini e alle presunte ferie dei medici non può che lasciarci sconcertati -ribadiscono - visto che negli anni i lavoratori della sanità sono stati abituati in genere a non fare o ridurre le ferie grazie ai tagli alla sanità”. “Ci viene difficile pensare oggi che gli stessi ora siano tutti in ferie - sottolineano - tanto da impedire una somministrazione massiva delle dosi arrivate”. “Le inefficienze della politica - avvertono Gentile e Sternativo - non ricadano sui professionisti, pena la frattura nel rapporto fiduciario tra sanitari e cittadino”. La circolare del ministero ‘Raccomandazioni per l'organizzazione della campagna vaccinale contro Sars-CoV-2/Covid-19 e procedure di vaccinazione’ nei presidi ospedalieri, unici al momento ad essere partiti, prevede un medico ogni quattro ambulatori. “E allora com’è possibile che su oltre 50mila medici in Lombardia - osserva la Fials - non si abbiano medici per la vaccinazione?”. “Il Governo non ha dimostrato alcuna competenze - attacca Carbone - nel doveroso compito di fortificare il Servizio Sanitario nel settore della Prevenzione e ci ritroviamo senza le risorse umane necessarie, essendosi approfondita la carenza mai sanata che ammonta a oltre 60mila unità già prima del Covid. Oltretutto non ha provveduto a incentivare in alcun modo il personale a cui viene chiesto lavoro straordinario per l’erogazione dei vaccini, oltre ai turni già svolti in totale emergenza”. “Con questi ritmi il risultato - osserva Carbone - è un flop assicurato. Pertanto sollecitiamo il Governo a velocizzare immediatamente tutta la macchina organizzativa facendo arrivare forze fresche, infermieri e medici che affianchino il personale stremato”. “E poi ci dicano che fine hanno fatto i rinforzi promessi. Se non ci sbrighiamo a reclutare i 15mila sanitari previsti in Legge di bilancio, peraltro con contratti a tempo - conclude il segretario generale nazionale - il rischio è che il banco salti. Infermieri e medici non possono essere lasciati soli a combattere una pandemia globale: esigiamo più fatti e meno parole”.

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