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Scala, anche la voce di Mirella Freni nel concerto "A riveder le stelle" che sostituisce la Prima

Il grande soprano scomparso nel 2020 si ascolterà nel video introduttivo della serata

La serata "A riveder le stelle", al Teatro alla Scala, riserva ancora sorprese: non saranno infatti 24, ma 25, le grandi voci che il pubblico potrà ascoltare in televisione (con il teatro rigorosamente chiuso per Covid) il 7 dicembre, in sostituzione della Prima stagionale. Rispetto al cast già annunciato, infatti, si iaggiunge la voce d Mirella Freni nella romanza "Io son l'umile ancella" da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, che si ascolterà nel video introduttivo.

La Freni è scomparsa a febbraio 2020 nella sua Modena, a 85 anni. Per il suo ottantesimo compleanno, la Scala aveva omaggiato nel 2015 il soprano con una serata in suo onore. L'ultima apparizione della Freni sul palcoscenico scaligero risale invece al 1996, in una recita di Fedora con Placido Domingo. La prima volta alla Scala per il soprano modenese è invece del 1962 con Falstaff, sette anni dopo l'avvio della carriera, che si concluderà dopo quarant'anni e numerosi ruoli operistici, tra cui il più celebre per la Freni è quello di Mimì nella Bohème di Puccini.

La serata e il programma

La serata "A riveder le stelle", con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Davide Livermore, sarà trasmessa da Rai Cultura su Rai 1 e su Radio 3 dalle ore 17 e sarà poi disponibile su Raiplay.

Il proogramma musicale prevede estratti di opere di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini, Georges Bizet, Jules Massenet, Richard Wagner e Gioachino Rossini, mentre le musiche dei balletti sono di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Davide Dileo, Erik Satie e Giuseppe Verdi. Le arie d'opera e i momenti di danza saranno collegati e contestualizzati da testi recitati da attori, per simboleggiare una "continuità tra le arti" richiamta dal titolo stesso della serata, che cita l'ultimo verso dell'Inferno di Dante nel 700esimo anniversario della scomparsa del poeta.

I cantanti e i ballerini

Alla chiamata della Scala hanno risposto i cantanti Ildar Abdrazakov, Roberto Alagna, Carlos Álvarez, Piotr Beczala, Benjamin Bernheim, Eleonora Buratto, Marianne Crebassa, Plácido Domingo, Rosa Feola, Juan Diego Flórez, Elīna Garanča, Vittorio Grigolo, Jonas Kaufmann, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Camilla Nylund, Kristine Opolais, Lisette Oropesa, George Petean, Marina Rebeka, Luca Salsi, Andreas Schager, Ludovic Tézier, Sonya Yoncheva. Nella parte dedicata al balletto, che sarà diretta dal Maestro Michele Gamba, saranno protagonisti l’étoile Roberto Bolle, i primi ballerini Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicoletta Manni e Virna Toppi e i solisti Marco Agostino e Nicola Del Freo.

Le polemiche

E non sono mancate alcune polemiche sulle scelte del Teatro alla Scala per sostituire la Prima con uno spettacolo di livello altrettanto alto. Patrizia Bedori, consigliera comunale milanese del Movimento 5 Stelle, avrebbe gradito "più artisti italiani", e non ha mancato di rendere pubblica questa sua osservazione. "Il Teatro alla Scala ha scelto diciannove artisti stranieri - grandi nomi non c'è che dire - ma perché non aiutare gli artisti italiani? A quanto ammontano gli ingaggi? Quest'anno come non mai sarebbe stato auspicabile, se non indispensabile, tutelare gli artisti italiani invece così non è stato", ha scritto la consigliera pentastellata in un comunicato.

Facendo leva sul fatto che gli artisti sono stati molto penalizzati dall'emergenza Covid e dal conseguente lockdown, la Bedori ha sostenuto che si è trattato di "un'occasione persa per aiutare gli artisti italiani a sopravvivere al tempo del Covid". Per l'esponente dei 5 Stelle, "la Prima del Teatro alla Scala rappresenta il sistema opera italiano nel mondo. Vedere esibire artisti per la maggioranza provenienti dall’estero, significa non credere nei cantanti italiani". O forse significa che, ai livelli d'eccellenza, per appassionati e artisti e quindi anche per i teatri, non esistono i confini, ed anzi la straordinaria capacità della Scala di attrarre artisti internazionali (del calibro di quelli invitati il 7, che hanno subito detto sì) è la cartina di tornasole che la Scala è saldamente posizionata nell'Olimpo dell'eccellenza nella lirica mondiale. Del resto la Freni, di cuii parliamo in questo pezzo, non ha forse mietuto i suoi più grandi successi al Metropolitan di New York?

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