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Martedì, 21 Marzo 2023
Inviateci le segnalazioni / Fulvio Testi / Via Santa Marcellina

Le barriere architettoniche che "resistono" a Milano

Che siano in centro o in periferia, all'ombra della Madonnina sopravvivono ancora numerose barriere per chi è costretto a muoversi in sedia a rotelle, per chi spinge neonati sui passeggini o più semplicemente per le persone con i carrelli per la spesa

Un solo passo per molti, un ostacolo per tanti altri. Questa frase è una buona sintesi del concetto di barriere architettoniche: spesso invisibili e facilmente superabili per una fetta importante dei cittadini ma allo stesso modo intralcio, talvolta insormontabile, per molti altri. Chi le subisce poi, nella quasi totalità dei casi, fa parte di quelle che vengono definite 'fasce deboli', ovvero coloro che proprio per via delle loro condizioni sono più esposti a disagi di vario genere, non solo deambulatorio.

Cittadini che quindi, in qualche maniera, dovrebbero essere più protetti dalla pubblica amministrazione. E il condizionale in questo caso è una concezione superflua perché, al contrario, le direttive delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Convention on the Rights of Persons with Disabilities, Crpd) sono molto più imperative di così: le persone disabili hanno il diritto alla mobilità e alla piena fruizione degli spazi collettivi e alla piena partecipazione alla vita sociale. Chi si trova in una condizione di svantaggio non deve dunque chiedere il riconoscimento di un diritto che semplicemente gli spetta. Sono semmai gli enti locali a dover fare il possibile per garantire tale diritto a tutti, come impone in Italia il Decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2013.

Le barriere architettoniche che resistono a Milano

Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Peba

A Milano, città per la quale le definizioni - e talvolta autodefinizioni - di magnificenza si sprecano, 'resistono' diversi tipi di barriere architettoniche. E non ci riferiamo solo a quelle macroscopiche anomalie che ogni tanto finiscono in prima pagina: come quella che si è materializzata in un condominio gestito da Mm (Metropolitana Milanese), dove il guasto irrisolto per giorni di un ascensore ha relegato gli inquilini più deboli - anziani e persone con disabilità - a una reclusione forzata. Parliamo di ostacoli più microscopici ma ancora diffusi qua e là in varie zone della metropoli meneghina, come possono essere i marciapiedi senza scivolo per sedie rotelle, passeggini e mezzi alternativi di deambulazione per chi altrimenti dovrebbe stare fermo. 

Nonostante i passi avanti realizzati dalla città, il problema rimane. Regione Lombardia, con la legge regionale n. 14 del 9 giugno 2020 ha istituito il Registro telematico dei Piani di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba). Questo con l'obiettivo di monitorare e promuovere l'adozione da parte di tutti i comuni dello stesso documento. Palazzo Marino ha approvato il Peba alla fine del 2020, frutto di un percorso avviato già da alcuni anni con l'elaborazione delle linee guida. Il fine ultimo della misura - concepita da un gruppo di lavoro intersettoriale coordinato dalla Direzione Facility Management - è quello di eliminare tutte le barriere architettoniche esistenti negli spazi collettivi per rispondere alle richieste di tanti cittadini. Non solo abbattere tutti gli ostacoli fisici ma anche quelli sensoriali su strade, fermate della metro, stazioni, mezzi e ogni edificio pubblico. Come impone il buon senso e come impone la legge.

Barriera architettonica come il marciapiede 'dimenticato'

E se i progetti (nuovi) relativi agli spazi pubblici e le opere di urbanizzazione a prevalente fruizione pedonale devono prevedere almeno un percorso accessibile in grado di consentire la fruizione anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, quelli già esistenti devono essere invece rivisti e ristrutturati affinché diventino accessibili. Per far ciò è necessario mappare le criticità. E girando per la città, e lo possono verificare tutti, si capisce che ci sono spazi lasciati indietro. Anzi, in alcuni casi, spazi che sembrano quasi 'dimenticati'. Come il caso simbolo di un marciapiede tra i quartieri Bicocca e Segnano.

Come la logica impone, davanti a ogni passaggio pedonale dovrebbe esserci una rampa verso il marciapiede in 'entrata' e in 'uscita'. Di conseguenza, in un incrocio tra due strade ciascun lato del marciapiede dovrebbe avere lo scivolo. Otto in tutto. Nell'incrocio tra via Santa Marcellina e via Luigi Mainoni D'Intignano/via Giovanni Silvestri non solo non accade (mappa) ma la sensazione che alcuni residenti della zona hanno è che la questione non sia stata presa in considerazione dall'amministrazione comunale, nonostante le segnalazioni al portale online di Palazzo Marino. Anzi, gli abitanti del quartiere si sentono beffati dal fatto che nel corso degli ultimi due anni la zona è stata per due volte interessata da lavori stradali ma in nessuno dei due casi le barriere architettoniche sono state abbattute: ci sono quattro scivoli su otto. 

"La prima volta, addirittura, durante il rifacimento delle tubature e dell'asfalto di via Mainoni D'Intignano tra il 2020 e il 2021, gli operai avevano realizzato delle rampe provvisorie con lingue si cemento lì dove mancavano. L'unico problema è che una volta finiti i lavori, che hanno riguardato anche il marciapiede, gli scivoli temporanei sono stati smantellati perché gli spazi non strettamente collegati con l'oggetto dei lavori dovevano tornare allo stato iniziale", il racconto a MilanoToday di una residente. "Anche adesso (febbraio 2022, ndr) la strada, stavolta via Santa Marcellina, è interessata da un cantiere per la posa di una tubatura. Come allora, però - prosegue - nonostante uno dei lati del marciapiede senza scivola sia stato letteralmente scavato, alla fine è semplicemente stato ripristinato mantenendo il gradino (foto)".

Barriera architettonica in via Santa Marcellina all'incrocio con via D'Intignano. Post lavori (smp)

Barriere architettoniche: inviateci le segnalazioni

Ecco, questo articolo ha l'obiettivo di contribuire a mappare in modo pubblico tutte queste anomalie e 'dimenticanze' in termini di barriere architettoniche nella città Ambrosiana. Peraltro Santa Marcellina è proprio la strada dedicata alla sorella maggiore del santo vescovo e patrono di Milano. Il testo verrà aggiornato costantemente con le vostre segnalazioni. Per farlo potete scrivere una mail a stiben@milanotoday.it con oggetto: 'barriere architettoniche'. La vostra indicazione verrà documentata e integrata nell'articolo, il cui scopo principale resta quello di informare la pubblica amministrazione perché intervenga e risolva il problema delle barriere. Trovarle non è così difficile nemmeno per chi non le subisce, basta abituare l'occhio all'attenzione. E anche questa è una buona pratica.

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