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Green Vizzolo Predabissi

L'ex cava trasformata in oasi diventa del Comune di Vizzolo (Milano)

Il luogo accoglierà corsi di biodiversità

Da cava a oasi, adesso di proprietà del Comune. Succede a Vizzolo Predabissi, hinterland sud est di Milano, dove il passaggio in zona bianca della Regione ha sbloccato la cessione definitiva dell'area adiacende alla Teem e utilizzata tra il 2012 e il 2014 per rifornire di ghiaia e sabbia i cantieri dell’autostrada allora in costruzione.

Con i suoi 250mila metri quadri, l'area, vicina al casello della Melegnano-Agrate, è stata trasformata da Tangenziale Esterna SpA in un’oasi dell’avifauna nell’ambito delle opere di compensazione per il territorio e ora ospiterà corsi di biodiversità. A sancire il passaggio di proprietà, martedì 15 giugno, la firma del rogito a fronte di un pagamento simbolico (di 100 euro).

L’atto notarile, che chiude una vicenda emblematica di riconversione finita sotto i riflettori nel 2017 in parallelo con l’avvistamento di specie rare di volatili da parte di bird-watcher locali, è stato firmato dall’ad di Tangenziale Esterna SpA Paolo Pierantoni e dal responsabile dell’Area Gestione e Sviluppo del Comune Angelo Bettinelli. "Blinderemo la destinazione a uso pubblico del sito e ne promuoveremo la fruizione collettiva programmando percorsi didattici e attivando sinergie con le amministrazioni confinanti - ha dichiarato la sindaca di Vizzolo, Luisa Salvatori -. Riteniamo un punto di riferimento l’esperienza maturata da Pozzuolo".

L’intenzione della prima cittadina pare, dunque, quella di mantenere la proprietà comunale dell’oasi con l’obiettivo di riadattarla, grazie all’aiuto di un’associazione ambientalista da individuare tramite gara mirata ad assegnarne la gestione, a una sorta di santuario della biodiversità capace di calamitare non soltanto gli appassionati di bird-watching ma anche tutti gli amanti della natura.

"Da oggi il destino della riserva di Vizzolo s’incrocia con quello dell’Oasi di Pozzuolo – ha sottolineato l’ad Pierantoni -. Nata anch’essa dalla riqualificazione di una cava, nel 2019 fu affidata dal neoproprietario municipio alla gestione del Wwf e, già l’estate scorsa, diventò, in concomitanza con l’attenuarsi della prima ondata di pandemia, cornice di itinerari nella natura in grado di garantire risorse insperate alle comunità".

L'area, sfruttata dalla concessionaria, previo pagamento degli oneri di estrazione e di esproprio, per assicurare materiali alle maestranze impegnate nella realizzazione dell’autostrada (aperta a maggio 2015), in seguito, era stata rigenerata così efficacemente da diventare meta di ornitologi. La concentrazione di esemplari dell’avifauna nella porzione più riparata del bacino, infatti, è stata spiegata dagli studiosi con il combinato disposto scaturito dalla pulizia dell’acqua, certificata, nel settembre 2020, dalle analisi di Idrogea, dalla conformazione delle sponde, rivelatasi funzionale alla nidificazione di varie specie, e dalle piantumazioni operate dagli agronomi ispirandosi alle Zone Umide lombarde più remote.

I primi avvistamenti di volatili da parte di bird-watcher del posto risalgono all’inizio del 2015 ma, unicamente qualche mese dopo, le osservazioni assunsero un’impronta metodica sull’onda della vasta eco suscitata dalle immagini scattate, dagli attivisti del Gruppo Ornitologico Lodigiano e del Carengione, a sei cigni neri originari del Continente Australe e molto rari in Italia. Da allora il parco, che, in virtù di recinzioni e divieti, è stato preservato da devastanti scorribande di bracconieri, ha assunto, presso gli ornitologi, una fama pari a quella tributata all’ex cava di Pozzuolo, anch’essa limitrofa al Casello della Melegnano-Agrate, prima trasformata in riserva dalla società, poi regalata al municipio e, infine, affidata in conduzione al Wwf attraverso una procedura di gara a evidenza pubblica.

L’auspicio è che, nell’era del post-coronavirus, schiusa dalla campagna di vaccinazione, germani, gruccioni, falchi di palude, moriglioni e tutti gli altri uccelli censiti a un battito d’ali dall'autostrada possano contribuire sia a consolidare la conoscenza dell’avifauna sull’onda di corsi circa la biodiversità sia ad alimentare flussi di turismo ambientale da inquadrare nell’ottica della ripresa economica di uno dei territori più colpiti dal covid.

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