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Isgro’: durante la sua antologica, un’opera d’arte a cielo aperto nella piazza piu’ grande di Milano

In occasione dell’antologica su Emilio Isgrò, l’opera permanente “Grande Cancellatura per Giovanni Testori”, donata dall’artista stesso al Comune di Milano, è visibile al pubblico in piazza Gino Valle, la piazza più grande della città.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

E' da poco iniziata una grande rassegna delle opere più significative di Emilio Isgrò, figura a dir poco unica nel panorama dell'arte contemporanea nazionale e internazionale a cui Milano non poteva che rendere omaggio. Allestita in più sedi (Palazzo Reale, Gallerie d'Italia e Casa del Manzoni) e promossa dal Comune di Milano, l'antologica vede esposte circa 200 opere tra libri cancellati, quadri e installazioni. Forse però non tutti sanno che nella più grande piazza privata ad uso pubblico del capoluogo lombardo è presente uno straordinario e significativo capolavoro del maestro concettuale: inaugurato nel 2014, il bassorilievo di Emilio Isgrò "Grande Cancellatura per Giovanni Testori" è stato donato al Comune appositamente per la nuova piazza Gino Valle, su cui si affaccia il grande centro direzionale di Parco Vittoria.

L'installazione di Isgrò misura 23,40 metri di lunghezza e 2,47 metri di altezza e segna per la prima volta il passaggio del Maestro dell'arte concettuale dalla bidimensionalità del supporto cartaceo alla tridimensionalità del bassorilievo, con un brano tratto dal libro "Il ponte della Ghisolfa" di Giovanni Testori. Isgrò ha cancellato alcune parole del testo per restituirne l'intenso messaggio "Del ponte che i lampioni illuminavano/di tremore smisurato/altrove", traducendolo quindi in un intervento artistico su grande scala su uno dei contrafforti inclinati della piazza: per dare maggiore risalto all'opera, tutte le superfici del bassorilievo, sia quelle delle parole sia quelle delle cancellature, sono state dipinte di grigio scuro con opportune vernici resistenti agli agenti atmosferici.

"Un omaggio a un luogo che era terra di Testori e che dal ponte della Ghisolfa porta alla sua amata Bovisa" racconta Isgrò ricordando l'amicizia con il letterato. "Scegliere le sue parole per il Portello è come rievocare le sue storie; sentivo le voci di Rocco e i suoi fratelli sovrapporsi a quelle degli operai che lavoravano al cantiere. Un'opera d'arte pubblica ha un valore culturale e deve connettersi con lo spirito del posto".

Parco Vittoria è la sintesi palpabile di un processo di riqualificazione urbana che in ogni suo dettaglio non dimentica il suo passato e la sua antica anima, anzi li esalta, e non poteva che affidarsi ad un grande artista contemporaneo come Emilio Isgrò per celebrare una Piazza di così grande prestigio.

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