Perché a Milano non piove più
A Milano si sono registrati solo 7 giorni di pioggia tra dicembre e gennaio. La colpa? Tutta di un anticiclone
Tra dicembre e gennaio ci sono stati solo 7 giorni di pioggia, pochissimi rispetto agli ultimi 30 anni (la media del periodo 1991-2020 è di 17 giorni). Non solo, tra gennaio e febbraio si sono registrati 39 giorni senza neanche una goccia d'acqua, fatto che generalmente si concretizza solo in estate. Manca acqua nel Lago Maggiore e nel Ticino, ma anche il Lago di Como è in sofferenza.
La domanda è una sola: perché quest'inverno non ha praticamente mai piovuto? La "colpa" è di un anticiclone anomalo in blocco da dicembre sull'Europa occidentale che sbarra la strada delle piovose perturbazioni atlantiche sul Nord Italia. "I fronti sono costretti a passare sul Nord Europa per poi ripiegare verso quella orientale - ha spiegato a Edoardo Ferrara, metorologo di 3Bmeteo interpellato da MilanoToday -. La coda dei fronti riesce così periodicamente a produrre precipitazioni al Centrosud, specie lato Adriatico, e sporadicamente sul Nordest, ma il Nordovest rimane sempre a secco, complice anche lo sbarramento delle Alpi".
"L'inverno è stato caratterizzato da condizioni tele-connettive di Nao positiva (oscillazione nord atlantica, pattern di circolazione atmosferica, ndr), quando presenti esse esse favoriscono l'espansione della fascia di anticicloni subtropicali sull'Europa centro-meridionale che fanno da scudo alle perturbazione atlantiche, costrette a latitudini elevate - ha puntualizzato Davide Sironi, meteorologo di 3Bmeteo -. Infatti sul Nord Europa l'inverno è stato molto perturbato con frequenti tempeste anche di eccezionale violenza".
"Inverni con Nao positiva fanno parte della climatologia del Nord Italia e determinano inverni secchi con fasi siccitose anche prolungate come appunto quello appena concluso, che a seconda delle zone risulta tra i più secchi della storia recente - ha aggiunto Sironi —. Ma oltre ad essere secco, l'inverno è stato anche molto mite con talora dei record di temperatura registrati sulle Alpi come ad esempio durante il periodo di Capodanno, che hanno contribuito alla fusione della poca neve caduta fino a quote anche superiori ai 2000 m nei versanti assolati".
"Questo fatto - ha aggiunto Sironi - potrebbe essere correlato, almeno in parte, nel contesto più ampio dei cambiamenti climatici in corso e considerato come un ulteriore campanello d'allarme per il futuro riguardo alla gestione delle risorse idriche ed economiche (pensiamo al settore turistico invernale) sulle Alpi".
La pioggia, per il momento, resta un miraggio e la situazione potrebbe rimanere in stallo almeno fino a fine marzo. "Le simulazioni dello scenario barico atteso per il resto del mese indicano forti anomalie positive sull'Europa centro-settentrionale, ad indicare la persistenza di strutture anticiclone tra Scandinavia, Mittel-Europa ed Europa orientale - ha precisato Sironi -. Questa configurazione barica normalmente non è favorevole a precipitazioni significative sul nord Italia in quanto blocca le perturbazioni in arrivo dall'Atlantico".