rotate-mobile
MilanoToday Porta Venezia

Due chiacchiere con l'ultimo padre della patria

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Due chiacchiere con l'ultimo Padre della Patria

Siamo stati a trovare Rutilio Sermonti. Non vi parlerò del volontario dell'Esercito Regio che aderì alla Repubblica Sociale Italiana dopo l'8 settembre del 1943, né dell'avvocato, del politico tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano nel 1946, né dello scienziato e dello storico e scrittore stimatissimo. Sicuramente, c'è gente più brava di me per sviscerare il suo pensiero, c'è gente più dotta per descriverne la figura, io mi limito solamente ad introdurre il Suo messaggio politico che è anche quello del Coordinamento per la Sovranità Nazionale sin dalla sua costituzione come emerge anche dal Manifesto Programmatico, oltre ad essere la ragione per cui il Coordinamento stesso è nato. Detto questo, spendo solo due parole per parlare delle sensazioni, delle impressioni mie personali. Sono stata con alcuni membri del Direttivo a trovare un Uomo che è il simbolo di una Nazione che non esiste più e che vogliamo ricostruire, un Uomo che nelle fibre, alla veneranda età che si ritrova, ha lo spirito e la voglia di lottare e di lavorare di un diciottenne. Mi duole dover constatare che l'Italia è una Nazione che si affida solo ai suoi Eroi, che conta sull'abnegazione e la forza di volontà di pochissimi che forgiano le proprie vite ad immagine del loro credo e ci investono, che non cedono ai compromessi, mentre basterebbe che ognuno di noi, ogni cittadino, ogni militante, ogni aderente facesse semplicemente il proprio dovere di uomo, di cittadino, di patriota trovando il tempo per lavorare con gli altri e smettendo di indignarsi sui media e sui social network, ma riunendosi per progettare, per costruire le idee, senza trovare le scuse più varie. Beh, allora si potrà dire che siamo uomini con dignità, non quacquaraquà, allora si potrà avere il rispetto dei nostri figli e delle nostre famiglie, delle generazioni che verranno, allora si potrà costruire non solo l'Area, ma noi stessi per essere migliori, per avere avuto un Destino, uno scopo, un senso nel percorso di questa vita. Se un Uomo come Rutilio, tutto di un pezzo, consapevole, responsabile, vero, leale, come era mio nonno, come erano molti Uomini dei tempi in cui l'Italia esisteva e non come un'appendice geografica, ma come la Nazione degli Italiani e degli Uomini, se un Uomo come lui si impegna oggi, possiamo farlo tutti, basta avere rispetto per noi stessi per passare dalle chiacchiere all'Azione. La Società va ricostruita, così le nostre vite, il nostro futuro. Pensiero, studio e Azione per riprenderci in mano le nostre vite! A noi!

Francesca Caricato

IL METODO SINERGICO

Breve premessa indispensabile sulla natura del Fascismo.

Il Fascismo non è un'opinione, o una serie di opinioni, come le cosiddette "ideologie". Il Fascismo è un modo di essere uomini. Ma l'uomo, come insegnò il grande Carrel, non può essere studiato, indagato, interpretato a pezzettini, altrimenti resta "questo sconosciuto". Va studiato globalmente, in tutti i suoi attributi, che costituiscono il suo "modo di essere". E tale, appunto, è quello che distingue l'Uomo fascista, non solo nella sua qualità di "elettore" ( che è sovrano, ma non conta niente) ma in ogni sua mansione sia privata che pubblica. Vi è un modo fascista di essere padre, o madre, o figlio,di essere docente o discente, comandante o gregario, studioso o sportivo, artista o manovale,proprietario terriero o mezzadro, di partecipare, comunque, ad una delle mansioni in cui si articola la vita di una nazione.

Ora, chiunque non sia idiota o non trovi conveniente fingere di esserlo,non può negare che, negli anni Trenta del secolo scorso i successi del modo di essere fascista portarono in pochi anni la miserevole Italia del primo dopoguerra a divenire oggetto dell'ammirazione e dell'invidia ( ripeto:invidia) del mondi intero, che essa andava conquistando senza colpo ferire. Sa anche che fu proprio quello il motivo che scatenò contro l'Italia fascista l'odio inestinguibile dei grandi usurai della Terra. E oggi, davanti al tracollo mondiale del modo di essere opposto al Fascismo, modo apportatore soltanto di violenze e di stragi sempre più ciniche ed efferate, legittima appare, fuor d'ogni dubbio, l'aspirazione al ritorno di quel "modo" fascista che, senza issare patiboli, aveva realizzato unità nazionale e pace sociale.

Si ricordi però anche il secondo insegnamento del Duce, e cioè quello di far sempre i conti con la "mutevole e complessa realtà" dell'oggi, non con quella solo ipotetica di un fumoso "avvenir", come quello del sole socialista, che resta sempre col sedere a mollo e non si solleva di un solo centimetro.

Passando ad esporre il metodo sinergico, dimostreremo come la premessa di cui sopra sia essenziale.

La realtà odierna, dalla "Liberazione" in poi, è presto detta: sono stati adibiti tutti i mezzi violenti e pseudo-giuridici, nonchè una possibilità di lavaggio subliminale dei cervelli mai stata sino ad oggi a disposizione dei Signori del Denaro(televisione),al fine di rendere impossibile l'esistenza di un qualsiasi movimento di rinascita.

Non ci sono riusciti, e ciò è, di per se, abbastanza eloquente. Le astuzie della grande speculazione, la sua assenza di scrupoli le infinite debolezze umane e l'assenza di un Capo paragonabile a Mussolini hanno però sortito il risultato del proliferare di un numero enorme di piccoli gruppi organizzati, ciascuno incapace di incidere in modo rilevante sulla realtà. Il più grosso (MSI), avendo la ventura di accedere al Parlamento, sfruttando la fede quasi eroica di tanti umili militanti e piccoli dirigenti locali, divenne poco più che un'agenzia elettorale, gli altri (anche ineccepibili come impostazione ideale), non sono riusciti sinora, non ostante i continui appelli all'unità, a realizzare la minima fusione.

Fiumi d'inchiostro sono stati versati nel chiedersi il perchè, con disamine brillantissime, e accuse sanguinose contro i responsabili (sempre altri, ovvio !). Unico risultato: creare altre barriere, altre rivalità, altri contrasti.

Ecco, alfine, un barlume di luce e di speranza concreta: il metodo sinergico. Non so chi ci sia arrivato per primo e non m'interessa. M'interessa invece che ci siano arrivati in più d'uno, indipendentemente e contemporaneamente. Una gioia intensa mi ha provocato, ieri l'altro, la visita di una giovane camerata milanese, a nome Francesca Caricato, mai sentita nominare, anzi, proprio per quello. Perchè quella giovane mi ha detto semplicemente quello che io avrei voluto dire a lei.

In che consiste il metodo sinergico ? E' semplicissimo:

Tra due gruppi (condividenti lo stesso "modo di essere") si elencano espressamente una serie di "punti" sui quali ambedue ritengono che si debba lottare, a favore o contro. Ci si impegna poi reciprocamente a dedicarsi insieme a quella lotta, impegnandovi insieme i due simboli. Vantaggi:

1)Nessun problema di priorità o di rinunzia alla propria identità.

2)Necessità della creazione di organi operativi comuni ai due o più gruppi.

3)Abitudine costante a lavorare insieme, che vuol dire anche conoscersi e fare amicizia

4) Facilità incomparabilmente maggiore di convincere altri gruppi, o addirittura altre comunità sinergiche a confluire nel patto.

5) Fondamento delle sinergie, non su opinioni transeunti, ma appunto sul "modo di essere"detto in premessa, su cui non è lecito equivocare.

Nel patto sinergico da noi sottoscritto (Patto di Azione Unitaria, Roma, 13.6.2009) è precisato, all'art.9: " I contraenti dichiarano che il presente patto NON E' REVOCABILE e costituisce un passo definitivo verso l'auspicata e radicale sinergia di tutte le forze sane della Nazione. Esso potrà essere accantonato solo in caso che si raggiunga una forma ancor più stretta di unità d'azione, ispirata agli stessi principi".

Rutilio Sermonti

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Due chiacchiere con l'ultimo padre della patria

MilanoToday è in caricamento