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Aborto, il Pd: "Troppi obiettori, redistribuiamo i medici". Il Pdl: "E' mobbing"

Scontro in regione tra Pd e Pdl sull'applicazione della legge 194. La proposta dei democratici e la replica

E' scontro in regione sui medici obiettori sull'aborto. Il Partito democratico sostiene che la legge 194 (quella che ha legalizzato la pratica in Italia) sia "disattesa in Lombardia" (secondo le parole della consigliera Sara Valmaggi) a causa dell'alto numero di obiettori: nel 2012, il 67,8% dei ginecologi operanti nei 63 presidi ospedalieri con reparto di ginecologia e ostetricia in tutta la regione. "Undici presidi vedono una presenza di obiettori del 100% - continua la Valmaggi - e altri dodici vedono una presenza di obiettori tra l'80 e il 90%. Solo sei ospedali hanno meno del 45% di medici obiettori".

Il Pd propone quindi modifiche organizzative per "assicurare una più equa distribuzione delle mansioni tra i medici". E fa notare che la regione spende più di 305mila euro all'anno per chiamare medici contrattisti che pratichino le interruzioni di gravidanza al posto dei medici obiettori.

Non si fa attendere la replica del Pdl, con il capogruppo Mauro Parolini: "La proposta del Pd - si legge in una nota - rischia di discriminare i medici obiettori mettendo in discussione il loro diritto di scegliere". E continua: "I dati presentati dal Pd evidenziano che in Lombardia non è assolutamente preclusa l'applicazione della 194, visto che solo un ospedale su sei ha la totalità di medici obiettori e queste strutture non sono certo concentrate in un unico territorio".

Infine, secondo il Pdl, la "deportazione" da un ospedale all'altro per redistribuire i medici "sarebbe un fenomeno di mobbing".

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