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Fava (assessore agricoltura Lombardia) presenta il suo programma

La scelta simbolica: dentro una stalla. "Più agricoltura, meno uffici". E dice stop al consumo del suolo

L'assessore regionale all'agricoltura Gianni Fava ha presentato il suo programma all'interno di una stalla. "Una scelta simbolica", spiega, "per dimostrare una inversione di tendenza rispetto al passato. Ho scelto volutamente una azienda agricola di tipo intensivo (a Villanova del Sillaro in provincia di Lodi, n.d.r.), con allevamenti ovini e suini". Fava motiva la sua scelta affermando che questo tipo di agricoltura padana è "di quelle che fanno paura a Bruxelles, perché non rappresenta la filosofia 'green' del nord Europa".

Per Fava sarà da privilegiare il dialogo "con agricoltori e allevatori, quelli che stanno nei campi e nelle stalle". Secondo il neo assessore è inutile un ministero nazionale dell'agricoltura. "Paghiamo lo scotto di una politica agricola debole in questi anni, come Paese. Credo che di tutto abbiamo bisogno tranne che di un ministro dell'Agricoltura, che faccia sintesi e che continui a mediare nelle trattive europee. Abbiamo un'agricoltura legata alla zootecnia, piuttosto che ai prodotti della terra, e questo dobbiamo salvaguardare", ha spiegato difendendo la scelta della macro-regione anche per i temi agricoli. Da questo punto di vista, Fava intende incontrare presto i suoi colleghi di Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.

E infine un impegno: "Che non chiuda nemmeno un'azienda agricola". Per farlo, occorre dire basta al consumo di nuovo suolo e che "l'attività agricola diventi remunerativa", coinvolgendo la grande distribuzione: "I nostri prodotti - ha affermato Fava - dovranno essere remunerati in modo adeguato, altrimenti i giovani andranno a fare altro".

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