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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Indagine su Sala, un coimputato: "Con la gara, gli alberi sarebbero finiti come Spelacchio"

Il paragone con l'albero di Natale romano nelle parole di Angelo Paris ai magistrati durante le dichiarazioni spontanee

Nessuna irregolarità nella fornitura del verde di Expo 2015 da parte della Mantovani senza una gara pubblica, ma con affidamento diretto. Lo dichiara Angelo Paris, ex manager della società di gestione dell'esposizione universale e indagato, insieme all'attuale sindaco di Milano (e all'epoca commissario di Expo) Giuseppe Sala, per abuso d'ufficio. 

Piante da Expo alla scuola Rubattino

L'incarico alla Mantovani venne dato da Expo 2015 Spa nel mese di luglio 2013 e riguardava la fornutura di 6 mila piante per un controvalore di oltre 4 milioni di euro. L'accusa ritiene che ci fossero i tempi sufficienti per predisporre una gara pubblica e che, quindi, la scelta dell'affidamento diretto non trovasse giustificazione alcuna, ed anche che il valore versato alla Mantovani fosse sensibilmente superiore a quanto speso dall'azienda per l'acquisto delle piante.

Parla Sala: "Ho agito nell'unico interesse di Expo"

Di altro avviso sia Sala sia Paris, che ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee durante l'udienza preliminare, spiegando in particolare che gli alberi, se fosse passato troppo tempo, "avrebbero fatto la fine di Spelacchio", con riferimento suggestivo all'albero di Natale romano del 2017, così soprannominato per l'aspetto eccessivamente secco che mostrava.

Secondo Paris, la riprova del fatto che con una gara ad evidenza pubblica non sarebbero stati rispettati i tempi risiede nel fatto che l'avanzamento dei lavori della piastra di Expo, ad aprile del 2013, era appena al livello del 3%.

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