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Trasformare allevamenti intensivi in attività eco-sostenibili: la Lombardia vota no

La denuncia della conduttrice e giornalista dopo la votazione contro l'odg presentato da Michele Usuelli di Più Europa

"La regione Lombardia preferisce perdere i fondi europei che usarli per convertire gli allevamenti intensivi in attività sostenibili". Questa la denuncia della giornalista e conduttrice Giulia Innocenzi, pubblicata sul suo profilo Facebook. 

La votazione in Regione

Il commento della Innocenzi si riferisce alla votazione con cui martedì pomeriggio il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato l'ordine del giorno, presentato da Michele Usuelli di Più Europa, con il quale si chiedeva di utilizzare i fondi europei non ancora investiti per convertire gli allevamenti intensivi in attività più eco-sostenibili ed eticamente accettabili. "Cioè la Regione Lombardia preferisce correre il rischio di perdere i fondi europei pur di non dare fastidio all'industria della carne", scrive Innocenzi sui social.

A votare a favore dell'ordine del giorno di Usuelli soltanto il Movimento 5 Stelle. Astenuto il Partito Democratico. Contro all'utilizzo dei fondi per la conversione degli allevamenti intensivi in attività eco-sostenibili, con il gruppo di Forza Itala, ha votato invece il consigliere Gianluca Marco Comazzi, già Garante dei diritti degli animali di Milano e vicino a Michela Brambilla.

La proposta di Usuelli

L'ordine del giorno a firma del consigliere Usuelli riguardava la destinazione dei fondi strutturali europei non programmati, per iniziative di contrasto alle emissione dei gas inquinanti e climalteranti che derivano dall'industria della carne. In particolare, come si legge nell'odg di Usuelli, la regione Lombardia, tra il 2014 e il 2020, è beneficiaria di 1941 milioni di euro da destinare a undici obiettivi, di cui tre sono 'azioni per il clima', ovvero politiche che portino a una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

La proposta del consigliere di Più Europa era di utilizzare i fondi europei per finanziare la conversione delle industrie di cibi animali, soprattutto quelle intensive, in attività per la produzione di alimenti locali ed ecologici che abbiano un impatto ambientale inferiore.

Gli allevamenti intensivi

Questa diffusa forma di allevamento degli animali viene fortemente criticata da molte associazioni ambientaliste per più ragioni. Innanzitutto per quanto riguarda il benessere degli animali, che non viene per nulla tutelato, in secondo luogo per i pericoli che questi rappresentano per la salute dei consumatori, viste le scarse condizioni igieniche in cui sono tenuti i capi e l'ampio utilizzo di antibiotici, e infine per l'incredibile impatto ambientale che l'industria della carne ha: sia in termini di utilizzo di risorse (moltissima ad esempio l'acqua necessaria ad alimentarla) che in termini di emissione di gas inquinanti.

"Spazi sovraffollati, luce artificiale, nessuna possibilità di mettere in atto comportamenti naturali: questa è la realtà degli allevamenti intensivi, nei quali gli animali destinati al consumo alimentare umano trascorrono la loro breve vita, spesso dovendo ridurre al minimo i movimenti - si legge sul sito della Lega Antivivisezione -. Una detenzione del genere dà luogo a patologie fisiche, contrastate con un massiccio uso di farmaci, che ha come effetto collaterale lo sviluppo di microrganismi resistenti, e il conseguente intensificarsi dei trattamenti antibiotici". Per colpa degli allevamenti intensivi, annota Greenpeace, "si inquina acqua, suolo e aria e si distruggono le foreste e la biodiversità per far spazio alla produzione di mangimi".

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