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Arrestati Lara Comi (Forza Italia) e l'ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni

In carcere finisce anche il dg di Afol Giuseppe Zingale. Per l'accusa, la Comi nonostante l'età "conosceva collaudati schemi criminosi"

Terremoto nel mondo politico e della finanza lombardo, giovedì 14 novembre.

Il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l'ex eurodeputata di FI Lara Comi, l'ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni (già candidato sindaco della Lega a Varese), entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana, l'ex agenzia per il lavoro, Giuseppe Zingale, in carcere.

Si tratta di un filone dell'indagine 'Mensa dei Poveri'. L'ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

"Parvenza legale alle tangenti"

La Comi, classe '83 e tra i volti più noti di Forza Italia in Lombardia, "nonostante la giovane età, ha mostrato nei fatti - scrive il gip Mascarino - una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illeciti".

E ancora, sempre parole del giudice: "Dall’esame degli elementi indiziari emerge la peculiare abilità che l’indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre" dal ruolo pubblico "di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità".

Arrestata Lara Comi, le accuse

La Comi, che è ai domiciliari, risulterebbe implicata in tre diverse vicende. La prima porta verso la sua società di consulenza, che avrebbe ricevuto da Afol - e in particolare dal dg Zingale - due contratti di consulenza dietro - si legge nelle carte - "promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale". 

La Forzista è poi accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito di oltre 30mila euro euro dal presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, che le avrebbe versato quei soldi poco prima delle ultime elezioni europee per una consulenza basata - hanno accertato le indagini - su una tesi di laurea semplicemente scaricata dal web. 

Infine, sempre secondo l'indagine, il suo addetto stampa avrebbe restituito 2mila euro al mese del suo stipendio a Forza Italia per pagare le spese della sede che la Comi non avrebbe pagato. 

La maxi operazione Mensa dei poveri

Il nome della Comi è finito, come era già trapelato, nella maxi operazione "Mensa dei poveri", che lo scorso 7 maggio aveva portato a 43 misure cautelari eseguite nei confronti, tra gli altri, dell'ex coordinatore di Fi a Varese Nino Caianiello - ritenuto dagli inquirenti il vero burattinaio - del consigliere lombardo Fabio Altitonante e dell'allora candidato alle Europee - anche lui in quota Fi - Pietro Tatarella

Il consigliere comunale Pietro Tatarella, era emerso all'epoca, avrebbe ottenuto 5mila euro al mese, pagati tramite false fatture per consulenze professionali inesistenti, da parte dell'imprenditore D'Alfonso in cambio di favori negli appalti dell'Amsa, per aprirgli la strada per l'ottenimento di lavori a Varese e a Novara, dove sarebbe stato coinvolto anche il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzari. 

I soldi di D'Alfonso sarebbero stati ceduti anche a Fabio Altitonante, sottosegretario di Regione Lombardia a Expo: "in occasione della campagna 2018 per le consultazioni politiche e regionali" l'imprenditore, secondo quanto contenuto nell'ordinanza, avrebbe corrisposto "sistematici finanziamenti illeciti a soggetti politici", tra cui appunto Altitonante.

Arrestata Lara Comi, le reazioni

"Non sono preoccupato perché non credo che esista questo problema», ha affermato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (leghista di Varese) commentando la notizia degli arresti. «Si è trattato di un episodio sicuramente molto brutto, ma che non rappresenta la realtà del nostro territorio. Credo che ben faccia la magistratura ad intervenire in maniera molto determinata in modo da eliminare queste situazioni".

"Ogni privazione di libertà lascia colpito e deve essere valutata con molta cautela. Quello che emerge è la commistione tra politica e gruppi di potere locale sulla quale bisogna fare chiarezza», il commento di Fabio Pizzul, capogruppo del Pd in Regione, aggiungendo che la maggioranza dovrebbe «fare una riflessione e dire come poter superare questa situazione imbarazzante".

"I nuovi arresti di oggi nell’ambito dell’inchiesta “mensa dei poveri” confermano la presenza in Lombardia di una rete che agisce dentro e fuori dalle istituzioni che ha utilizzato la cosa pubblica per garantire carriere personali, arricchimenti e finanziamenti alle filiere politiche e personali. Al di là della prudenza che deve guidarci in attesa dei giudizi, è evidente che siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di uno spregiudicato uso dei rapporti istituzionali che porta le decisioni fuori dalle sedi proprie e le piega ad interessi economici e di potere. Credo che il silenzio del centrodestra lombardo su queste vicende non sia più sostenibile di fronte al ripetersi di questi episodi, soprattutto mentre governa le istituzioni più importanti. Per restituire credibilità alla politica serve dire tutti con nettezza che le istituzioni lavorano per i cittadini e non per gli affari di pochi", è la nota del senatore lombardo Franco Mirabelli, Vicepresidente del gruppo PD al Senato e Capogruppo PD in Commissione Parlamentare Antimafia.

Reazioni anche dalla città di Lara Comi, Saronno. L'esponente locale del Pd Francesco Licata ha affermato che «si tratta dell'ennesimo schiaffo a chi, come me e tanti altri, la politica la vive come autentica passione». E Raffaele Erba del Movimento 5 Stelle ha dichiarto che "la legge Spazzacorrotti, da noi fortemente voluta, sta dimostrando che, se gli inquirenti hanno a disposizione degli strumenti validi per indagare, vengono scoperchiati i Vasi di Pandora".

Chi è Lara Comi

Poco più di una settimana fa, come in uno strano gioco del destino, tutti gli indagati - compresi i colleghi di Lara Comi - sono tornati liberi, mentre è rimasto in cella soltanto l'imprenditore Daniel D'Alfonso. 

Da giovedì, invece, nei guai ci è finita La stessa Comi, che in Lombardia è molto nota e che è in politica praticamente da sempre. Nata nel 1983 a Garbagnate, nel maggio 2014 era stata rieletta eurodeputata al Parlamento Europeo con 84.048 preferenze, risultando la donna del centro destra più votata d’Italia, sempre nella circoscrizione Italia nord-occidentale, la stessa dove era già stata eletta cinque anni prima. 

"Sin dai tempi del liceo, la politica ha fatto parte del mio dna - racconta lei stessa sul proprio sito ufficiale -. Ho iniziato a diciannove anni come portavoce di Forza Italia a Saronno e nel 2004 sono diventata Coordinatrice Lombardia di Forza Italia Giovani". E sullo stesso sito spiega: "Per la mia discesa in campo europeo ho scelto il Popolo delle Libertà e il suo leader perché credo nel valore inalienabile della libertà, nella dignità della persona, della responsabilità". 

Afol metropolitana: sospeso e licenziato Zingale

"Con riferimento alle notizie apparse oggi sugli organi di stampa, si rende noto che in data 1 ottobre 2019 Afol Metropolitana ha sospeso cautelarmente da ogni funzione il dott. Giuseppe Zingale, contestualmente nominando in sua sostituzione il Dott. Franco Maggi quale Direttore Generale facente funzioni. All’esito della procedura disciplinare di legge e di contratto collettivo, in data 8 novembre 2019, il Cda di Afol ha deliberato il licenziamento per giusta causa del dott. Zingale", lo scrive in una nota il presidente del Cda Maurizio Del Conte riguardo all'arresto dell'ex dg.

 

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