Maxi inchiesta Dda, politici arrestati: c'è anche il sottosegretario Fabio Altitonante
Nell'ambito dell'indagine sono stati arrestati politici, imprenditori e amministratori pubblici. Due i filoni dell'inchiesta che ha portato alla luce episodi di corruzione, tangenti e legami con la 'Ndrangheta
Quarantaquattro anni, abruzzese, laureato in ingengneria gestionale al Politecnico di Milano, Fabio Altitonante, Forza Italia, ha ricoperto la carica di sottosegretrio con delega a Rigenerazione e sviluppo area Expo in Regione Lombardia. Martedì mattina poi l'arresto, nell'ambito della maxi inchiesta ccordinata dall'antimafia di Milano che ha portato all'esecuzione di 43 misure cautelari in relazione a un presunto giro di tangenti e corruzione a legami tra il mondo politico e imprenditoriale con la 'Ndrangheta.
Chi è Fabio Altitonante
La "gavetta" politica iniziata nel 2001 con l'elezione nel consiglio di zona 3 poi nel 2006 l'approdo in consiglio comunale. Libero professionista, esperto in Certificazione Qualità, energetica e aziendale, dopo aver lavorato nel mondo del privato, nel 2013 viene eletto consigliere regionale della Lombardia ed è stato componente delle Commissioni Territorio e Infrastrutture, Sanità e Politiche sociale e Ambiente e protezione civile. Nel passato politico di Fabio Altitonante anche un incarico come assessore al Territorio, Infrastrutture, Casa e Acqua pubblica della Provincia di Milano. Poi, nel 2018, l'incarico di sottosegretario.
L'indagine e l'arresto
Nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'esecuzione di 43 ordinanze di custodia cautelare in relazione a un presunto giro di tangenti e corruzione nell'ambito del mondo politico è finito nei guai anche il sottosegretario all'Area Expo di Regione Lombardia Fabio Altitonante. Il nome di Altitonante figura tra gli arrestati, nel filone dell'inchiesta che ha per protagonista l'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D'Alfonso della Ecol-Service srl, insieme a Pietro Tatarella.
In totale sono state eseguite 43 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria): gli indagati sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio. In totale l'inchiesta ha coinvolto 95 persone indagate. Tra gli episodi di corruzione contestati risulta anche un tentativo di "istigazione alla corruzione" nei confronti del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che non risulta indagato nell'inchiesta della Dda di Milano.