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L'intervista

La Lega dopo la batosta. Bastoni: "Salvini non si tocca, ma rischiamo l'estinzione"

Avviata una raccolta firme: 1.000 in due giorni per chiedere il congresso regionale e sostituire i commissari lombardo e milanese

Cambiare i vertici in Lombardia e a Milano. Ma senza mettere in discussione la leadership di Matteo Salvini. E' il senso di una raccolta firme lanciata da due giorni e già arrivata a più di mille sottoscrizioni, per chiedere al più presto il congresso regionale della Lega. Massimiliano Bastoni, consigliere al Pirellone, è uno dei promotori. "Il congresso, oltre ad eleggere il nuovo segretario (al posto dell'attuale commissario Fabrizio Cecchetti, n.d.r.), sarebbe un momento importante di dibattito e confronto", spiega a MilanoToday.

Il 'day after' delle elezioni politiche è complicato per la Lega. Il crollo elettorale, sotto la soglia psicologica del 10%, è duro da digerire, soprattutto se avviene anche in una Regione come la Lombardia che, al Carroccio, ha spesso dato altre (e alte) soddisfazioni. 

Che cos'è successo? Ci si poteva aspettare questo risultato?

Storicamente la Lega è stata un movimento che ha sempre coinvolto la base, con i congressi. Ora, da diversi anni, si è instaurato il metodo del commissariamento. Dal punto di vista dei risultati, alle amministrative del 2021 c'era già stato un campanello d'allarme, con la Lega al 10% a Milano. Quest'anno, al Municipio 1, siamo addirittura al 4%. Il centro di Milano non è mai stato un grosso bacino per noi, ma c'è il rischio di non essere più quasi presi in considerazione dall'elettorato. Con risultati così, nel mondo del lavoro di solito si fa un passo indietro.

In concreto cos'è mancato nel territorio?

La campagna elettorale è stata organizzata in modo sbagliato. La Lega non c'era, non era presente nei dibattiti importanti sulla città. Milano ha progetti importantissimi che ne cambieranno il volto: dal post Expo al nuovo stadio agli scali ferroviari, e altri ancora. Sono temi locali, ma non si può far scomparire la Lega su questo. Qualche presidio contro moschee e campi rom sono temi che vanno bene, ma non si è andati oltre. Non possono essere l'unico argomento di una campagna elettorale. E poi il segretario milanese della Lega deve poter dialogare con tutti, dalle periferie alle tantissime categorie professionali e produttive.

Ha suscitato clamore anche la mancata rielezione di Bossi a Varese: di chi è la colpa?

Probabilmente non si poteva prevedere il risultato disastroso anche in Lombardia e anche a Varese, ma, come si sono messe in sicurezza altre persone, si sarebbe potuto mettere anche lui in sicurezza. Il fondatore, insieme al segretario in carica, è il primoa cui devi garantire la rielezione. Però su questo non dò la colpa a Salvini. Lui ha dato mandato che Bossi venisse candidato in posizione vincente, chi ha fatto le liste ha compiuto valutazioni sbagliate e non si è reso conto che la situazione sarebbe stata questa anche in Lombardia. Chi gestisce tutto deve prendersi la sua responsabilità.

Il risultato della Lega non è stato brillante nemmeno altrove. Salvini dovrebbe farsi da parte?

No, noi non mettiamo Salvini in discussione. Secondo noi, si deve tornare alla normalità di un partito in cui è necessario fare i congressi e sostituire chi aveva la responsabilità di organizzare la campagna elettorale.

Il prossimo anno si vota per le regionali. Fontana è in bilico?

Un congresso al più presto serve anche in vista delle elezioni regionali, per arrivare preparati. Detto questo, non vedo motivi per non confermare Fontana. Rischiamo però l'estinzione elettorale. Forse siamo più in bilico come Lega, e diventa importante fare i congressi, anche in vista delle elezioni regionali.

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