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Biotestamento: "I diritti vincono". "No, montagna partorisce topolino"

Opposti commenti dopo l'approvazione del registro sul testamento biologico. A favore anche il leghista Iezzi

Dopo l'approvazione del biotestamento in versione 'soft' (il comune non terrà materialmente le volontà per il fine vita o per le cure terminali ma terrà l'elenco di chi ha depositato altrove le proprie volontà), continuano i commenti e anche le polemiche sull'argomento. Entusiasti i promotori della prima ora, tra cui il radicale Marco Cappato per il quale "si tratta di un nuovo passo avanti per una città più laica e aperta, in vista di Expo 2015, ma anche di un messaggio al parlamento nazionale a cui chiediamo ora una buona legge su testamento biologico ed eutanasia". Cappato prosegue ringraziando "gli oltre 6mila milanesi che hanno sottoscritto la proposta d'iniziativa popolare senza i quali il risultato di oggi non sarebbe stato possibile".

Anche gli altri promotori, naturalmente, festeggiano: "I diritti vincono ancora a Milano", scrivono in una nota congiunta lo stesso Cappato insieme a Marilisa D'Amico, Paola Bocci e Patrizia Quartieri. "E' un passo in avanti nell'attuazione della costituzione, che nella tutela dei diritti assegna un importante ruolo a tutti i livelli di governo, comprese le amministrazioni locali", commentano.

Di tutt'altro avviso Matteo Forte, della componente cattolica del Pdl: "E' un nulla di fatto", commenta a caldo. "Ci ritroviamo una delibera che non comporta nulla, se non un possibile impiego di risorse umane e finanziarie per gestire un registro che si limita a rendere tracciabile una dichiarazione lasciata a un notaio, con il rischio di rispondere di danno erariale davanti alla corte dei conti". Con lui Riccardo De Corato (Fdi), che parla di "sedicente registro di fine vita, un inganno che parte dal nome perché il comune non può istituire realmente tale registro non avendo competenza al riguardo". Secondo De Corato, "una volta che un cittadino avrà pagato un notaio, dovrà comunque fare la fila al comune come se il notaio non sapesse fare da solo il suo mestiere. Ma l'esilarante risultato non è a costo zero, è stato raggiunto con il lavoro di tre commissioni per un anno di sedute a 4mila euro a seduta". Poi una stoccata al Pdl che non ha partecipato al voto: "Chi non c'è ha torto".

Divisi i consiglieri della Lega. Mentre Luca Lepore e Alessandro Morelli hanno votato "no", Igor Iezzi ha votato a favore, ma non è soddisfatto completamente. "L'importante era tutelare e rendere nota la volontà dei pazienti mentre non possono più esprimersi, per questo ho votato sì", dichiara il segretario provinciale della Lega, "ma la montagna ha partorito un topolino: il comune avrà solo un compito burocratico".

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