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Boeri a Pisapia e Pd: "Stiamo sbagliando su Expo e partecipazione"

L'affondo dell'ex assessore all'incontro tra la giunta e il Pd

Si è tolto qualche sasso dalle scarpe, l'architetto Stefano Boeri, fuori dalla politica dopo essere stato il candidato "ufficiale" del Partito democratico a sindaco di Milano e - avendo perso le primarie - stra-votato al consiglio comunale (13mila preferenze), poi assessore alla cultura nella giunta Pisapia e infine recentemente "licenziato" dal sindaco. Si è presentato all'assemblea organizzata per un confronto tra il Pd e la giunta, all'Auditorium San Carlo, e ha affondato colpi su colpi.

Due, in particolare, le critiche: mancano una visione di ampio periodo e la tanto promessa partecipazione. Secondo Boeri occorre che l'amministrazione milanese torni a guardare al futuro, ad avere un'idea profonda di città al di là della gestione quotidiana. "Guardo al 2021 - ha detto - cioè alla fine della seconda legislatura, con il 2015 come tappa importante": l'Expo 2015 come cartina di tornasole del successo o dell'insuccesso della giunta. A proposito di Expo, Boeri ha sostenuto che dev'essere un evento capace di lasciare il segno nella città, un'occasione da saper cogliere per rilanciare Milano e la sua forza attrattiva.

"Milano - ha detto - è geograficamente piccola ma ricca di intelligenze diverse. Offrire una visione significa capire come mobilitare le energie creative. Expo sia un'occasione per mostrare al mondo la loro presenza e la loro forza. Non è, Expo, una fastidiosa coincidenza o una minaccia alla correttezza delle procedure amministrative". Per Boeri Expo è la prima tappa di una metropoli che deve arrivare a presentarsi come "quella della creatività diffusa".

Un altro tema toccato da Boeri è il lavoro: pur nella limitatezza delle competenze comunali, "sono migliaia - ha detto - le microimprese che abitano i quartieri di Milano. Sono piccole comunità di rischio che ci chiedono di trasformare Milano in un territorio in cui la politica le abbraccia, le supporta. Non è solo facilitare lo start-up, ma trasformare la città in una grande e generosa piattaforma per il rischio d'impresa". Quindi, spazi vuoti a disposizione ma anche, secondo Boeri, "aprire le scuole al pomeriggio per avvicinare i giovani al lavoro". Poi l'affondo sulla Cosap: "Dovremmo fare l'esatto contrario, colpisce i commercianti". Affondo accolto da applausi.

Ma le critiche maggiori sono arrivate sulla democrazia partecipativa. "Il concetto di partecipazione applicato finora - ha detto - è un lontano parente di quello promesso con Giuliano Pisapia. La partecipazione non è la convocazione di assemblee dei Comitati X Milano o degli iscritti al Pd per comunicare scelte già assunte. Non è cercare consenso dopo aver già deciso, ma cercare lo scambio coi cittadini per decidere meglio. Dobbiamo sperimentare la 'democrazia continua', come la chiama Stefano Rodotà".

Democrazia continua: cioè, per Boeri, anzitutto cercare i pareri di tutti i cittadini, "non solo quelli già fidelizzati"; poi discutere le stesse proposte "nello stesso tempo" in giunta e con i cittadini; e infine la "possibilità di decidere realmente" da parte delle persone.

E l'eco delle parole di Boeri continua alla "due giorni" dei Comitati X Milano, organizzata durante il weekend. In apertura Paolo Limonta, coordinatore dei comitati e responsabile (per conto di Pisapia) dei rapporti con la città, ha affermato che "sono tante le proposte su cui i Comitati sono al lavoro". Ha poi ricordato la disponibilità di assessori e consiglieri a intervenire alle assemblee dei comitati, ma "spesso su progetti già sviluppati come Area C o il Pgt".

Per Limonta, "questo livello di partecipazione non è sufficiente, bisogna fare di più nella condivisione di proposte dal basso".

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