rotate-mobile
Politica

Stop alle ordinanze dei sindaci sulla sicurezza. Insorge centrodestra

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le ordinanze sulla sicurezza permesse ai sindaci dal "pacchetto" di Maroni. Boni e De Corato insorgono. Pisapia: "Bene"

La Corte Costituzionale, con la sentenza 115 / 2011, ha bocciato l'opportunità per i sindaci di adottare ordinanze speciali sulla sicurezza. Questa possibilità era stata concessa dal 2008 con il "pacchetto sicurezza" redatto dal ministro Maroni (L. 125 / 2008), il quale ha già dichiarato che rimedierà alla sentenza della Corte con una legge, ritenendo le ordinanze comunque positive. Secondo la Corte, l'illegittimità delle ordinanze va ravvisata soprattutto nel fatto che si traducono in provvedimenti disomogenei tra territorio e territorio.

Si arrabbia il vicesindaco De Corato: "Queste ordinanze hanno permesso la diminuzione dei reati del 48% in due anni. I giudici della Corte fanno il gioco dei dieci piccoli indiani e abbattono tutte le impalcature del pacchetto sicurezza".

PISAPIA FAVOREVOLE - A favore della sentenza della Corte si è subito schierato il candidato sindaco del centro-sinistra milanese, Giuliano Pisapia. "La decisione della Corte Costituzionale di bocciare le norme sugli ampi poteri di ordinanza dei sindaci in tema di sicurezza, dimostra una volta di più che non è così che si combattono il degrado e la criminalità", ha dichiarato Pisapia, che ha voluto ribadire la differenza tra l'amministratore locale e le forze dell'ordine. Secondo Pisapia, il sindaco dovrebbe soprattutto "operare con seri programmi di riqualificazione dei quartieri a rischio perché non ci siano più ghetti dove possano trovare terreno fertile le organizzazioni criminali che prosperano sulla prostituzione, sul caporalato e sul lavoro nero, sull'accattonaggio e sullo sfruttamento dell'immigrazione irregolare. Non servono i coprifuoco". Secondo Pisapia, a Milano è fondamentale aumentare il numero di vigili urbani e organizzare meglio l'attività dei vigili di quartiere.

BONI NON CI STA - Non ci sta, invece, Davide Boni, leghista e presidente del consiglio regionale: "La riduzione degli episodi di criminalità, ottenuta con l'introduzione di questi provvedimenti, é un dato di fatto. Le ordinanze sono un esempio di amministrazione diretta, che di fatto consentono ai sindaci e agli amministratori di arginare in maniera veloce ed efficace gli episodi di criminalità che attanagliano il territorio di loro competenza".

LE ORDINANZA DELLA MORATTI - A Milano la Moratti ha varato sei ordinanze nell'autunno 2008, riguardanti acquisto e consumo di droghe, consumo di bevande alcoliche in luoghi pubblici, prostituzione su strada, comportamenti che danneggiano il patrimonio e accattonaggio molesto, con multe di 500 euro. Poi, nel 2010, le più note ordinanze sulla chiusura anticipata degli esercizi commerciali e sulla comunicazione al Comune dei dati dei locatari di abitazione in alcune zone di Milano, a cominciare da via Padova. Stando alle prime interpretazioni, l'ordinanza anti-lucciole e quella sull'accattonaggio molesto dovrebbero annullarsi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stop alle ordinanze dei sindaci sulla sicurezza. Insorge centrodestra

MilanoToday è in caricamento