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Giovedì, 18 Aprile 2024
Questione sicurezza e Cpr

Gli avvocati milanesi danno una lezione a Granelli sui Cpr

La Camera penale milanese durissima contro l'assessore Granelli: "Affermazioni gravi e sgrammaticate"

Non si fermano le polemiche sulle posizioni di Marco Granelli, esponente milanese del Partito democratico e assessore alla sicurezza della giunta Sala, sui Cpr (Centri per il rimpatrio). L'assessore li aveva sostanzialmente equiparati alle carceri parlando di custodia preventiva, mischiando anche, in alcune dichiarazioni rilasciate a Radio 24, arresti e denunce. 'Bacchettato' dal presidente della sottocommissione carceri Daniele Nahum e dal suo vice Alessandro Giungi, anche loro del Pd, e dal capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi, Granelli aveva incassato la difesa d'ufficio del suo sindaco ("Serve più sicurezza", aveva detto Sala).

Reportage: siamo entrati nel Cpr

Passati due giorni, intervengono anche gli avvocati milanesi della Camera penale, per puntualizzare alcune questioni e fissare le differenze tra un Cpr e un carcere, una detenzione penale e una amministrativa, e così via. Sottolineano, gli avvocati, che quella nei Cpr è "una detenzione amministrativa, una privazione della libertà personale senza che sia stato commesso reato alcuno". Non solo: i Cpr non sono disciplinati a livello nazionale e sono stati spesso criticati "circa le condizioni inumane e degradanti che caratterizzano i trattenimenti delle persone ivi ristrette".

Premesso questo, la Camera penale afferma il suo stupore nel "leggere parole tanto forti quanto erronee", ancor più se "pronunciate da un rappresentante delle istituzioni" come l'assessore Granelli, di cui viene citata la frase: "Per quelli che delinquono ci vogliono rimpatri, centri di permanenza o carcere". Per gli avvocati queste parole "denotano non solo una alquanto confusa concezione dei Cpr, ma anche una scarsa sensibilità verso valori costituzionali quali quello del principio rieducativo della pena espresso dall’articolo 27 della Costituzione".

La Camera penale sottolinea che "la condanna emessa da un Tribunale" in seguito a un reato "non deve e non può corrispondere solo al carcere e alla pena detentiva", ma prevedere il ricorso "a misure alternative" per raggiungere il "recupero sociale" del condannato, proprio come prevede la Costituzione. Ciò per "scongiurare una recidiva" e ottenere un "guadagno in termini di sicurezza" per tutti.

L'affondo: "Granelli sgrammaticato"

E poi l'affondo: "Carcere e Cpr non sono un'ipotesi alternativa, al di là dell'aspetto detentivo assolutamente similare. Presso i Cpr sono 'ospitate' unicamente persone che non hanno un titolo di soggiorno. Presso i Cpr transitano spesso anche persone che hanno già scontato interamente in carcere la loro condanna e che alla fine della pena si vedono aggiungere un’ulteriore detenzione poiché lo Stato non è riuscito a espellerli mentre erano (già) ristretti". Di qui la conclusione, una vera bacchettata a Granelli: "Appaiono pertanto gravi e 'sgrammaticate' le argomentazioni svolte dall'assessore Granelli, al quale rivolgiamo un invito: parliamo di sicurezza, ma parliamone tenendo cuore e testa sulla Costituzione".

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