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Carlo Fidanza (Fdi) patteggia una corruzione e si ricandiderà alle europee

L'eurodeputato milanese, indagato a Brescia con l'accusa di avere assunto il figlio di un consigliere comunale per indurlo a dimettersi, si proclama comunque innocente

Il politico milanese Carlo Fidanza, capo-delegazione dI Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, ha scelto di patteggiare con la procura di Milano per un caso di corruzione di cui era accusato, legato al consiglio comunale di Brescia, anche se lui stesso tiene a precisare che "non è un'ammissione di colpa". Effettivamente, dal punto di vista tecnico-giuridico, patteggiare una condanna non equivale ad ammettere la propria responsabilità (non si può, ad esempio, usare come prova in un successivo processo civile) ma rappresenta soltanto un accordo con la procura.

Il caso è quello delle dimissioni di Giovanni Acri dal consiglio comunale bresciano, il 25 giugno 2021. A lui subentrò il primo dei non eletti, ossia Giangiacomo Calovini (che poi, alle elezioni di settembre 2022, sarebbe diventato deputato). Secondo le accuse, sarebbe stato Fidanza a 'promuovere' le dimissioni di Acri in favore di un esponente della sua corrente interna, Calovini appunto. In cambio, l'eurodeputato avrebbe assunto come assistente Jacopo Acri, figlio del consigliere dimissionario.

L'inchiesta sul consiglio comunale di Brescia (con indagini svolte da Milano) era nata da un esposto anonimo ai tempi in cui Fidanza era sotto indagine anche per la cosiddetta Lobby Nera, che riguardava presunti finanziamenti illeciti alla campagna elettorale di due candidati alle elezioni comunali di Milano del 2021. A tessere le fila ci sarebbero stati il 'barone nero' Roberto Jonghi Lavarini, noto esponente di destra a Milano, e appunto Fidanza. Il caso della Lobby Nera era scaturito da un'inchiesta giornalistica di Fanpage, che aveva anche documentato l'uso di "rituali" neofascisti come il saluto romano durante alcuni eventi elettorali. Tuttavia, a gennaio 2023 la procura di Milano avanzò la richiesta d'archiviazione per gli imputati, tra cui Fidanza, sostenendo che il finanziamento illecito era solo un sospetto, ma non era stato possibile provarlo in modo certo.

Con l'inchiesta sulla Lobby Nera in via di chiusura (deve ancora pronunciarsi il gip), Fidanza ha voluto ora scrollarsi di dosso anche quella sulla presunta corruzione, arrivando a un accordo con la procura di Milano, così come il coimputato Calovini. Per entrambi il capo d'imputazione viene cambiato da corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio a corruzione per l'esercizio della funzione. La pena patteggiata (e sospesa) è di un anno e quattro mesi, senza interdizione dai pubblici uffici. In tal modo Fidanza può restare eurodeputato e candidarsi nel 2024, alle prossime elezioni europee, e Calovini resta a sua volta alla Camera dei deputati.

"Non è ammissione di colpa"

Fidanza precisa, però, di avere fatto questa scelta a malincuore, solo per non dover affrontare un processo presumibilmente lungo a circa un anno dalle prossime elezioni europee. "Sono sempre stato fiducioso di poter dimostrare, in sede processuale, la natura esclusivamente politica dell'accordo che portò alle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri", dichiara l'eurodeputato di Fdi: "Tuttavia, a fronte del capo di imputazione mosso - che continuo a ritenere sproporzionato rispetto all'entità dei fatti e poco coerente con dinamiche diffuse nei partiti politici - nonché della probabilità di un processo lungo e dall'esito incerto, ho preferito accettare di definire il procedimento con un patteggiamento".

Verso le nuove elezioni europee

E lo stesso Fidanza sottolinea, per chi non lo sapesse, che la scelta di patteggiare "non implica assunzione di responsabilità penale", come si è datto, ma solo "un accordo con gli inquirenti" sulla definizione del reato e della pena. L'eurodeputato di Fratelli d'Italia continua a ritenersi estraneo a un reato. "Nessuno in questa vicenda (quella di Brescia, n.d.r.) si è messo in tasca indebitamente un solo euro, e non è stata commessa alcuna irregolarità nell'utilizzo di risorse europee", conclude il parlamentare. Che ora si concentrerà sulle elezioni europee del 2024, le prima in cui i partiti di destra europei potrebbero conquistare la maggioranza (almeno relativa) nell'emiciclo. Elezioni che, come dichiara ancora Fidanza, "rappresenteranno un crocevia per il futuro del nostro continente".

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